Cento anni di gallerie d’arte a Milano: dove e come visitare mostre durante il coronavirus

Esattamente cento anni fa, le gallerie d’arte milanesi iniziarono a costruire l’immagine di una Milano artistica di grande richiamo internazionale. Se la rivoluzionaria esperienza del Futurismo aveva trovato terreno fertile in una città già moderna, artisti come Balla, Severini, Sironi e poi Medardo Rosso, Carrà, Campigli, Casorati, de Chirico, de Pisis, Fontana, Guttuso e Kandinskij, furono ospitati da nascenti gallerie private che erano già luoghi di straordinarie progettazione e riflessione attorno ai temi dell’arte
Expowall_ A Yin The Spirit of Mongolian Horses

Esattamente cento anni fa, le gallerie d’arte milanesi iniziarono a costruire l’immagine di una Milano artistica di grande richiamo internazionale.

Se la rivoluzionaria esperienza del Futurismo aveva trovato terreno fertile in una città già moderna, artisti come Balla, Severini, Sironi e poi Medardo Rosso, Carrà, Campigli, Casorati, de Chirico, de Pisis, Fontana, Guttuso e Kandinskij, furono ospitati da nascenti gallerie private che erano già luoghi di straordinarie progettazione e riflessione attorno ai temi dell’arte.

Con le restrizioni di questi giorni, che hanno visto chiudere musei e teatri, le gallerie d’arte milanesi hanno rafforzato la propria presenza in rete proponendo addirittura mostre on line exclusive. La possibilità è offerta da Artsy, la piattaforma nata per scoprire, vendere e comprare arte dove, a oggi, più di 3000 gallerie di tutto il mondo propongono oltre 1.000.000 di opere.

Fino all’8 marzo, Galleria Bianconi espone “Feedlots”, di Mishka Henner, paesaggi aerei incredibilmente dettagliati di allevamenti intensivi di bestiame in parti remote degli Stati Uniti. I Feedlots, appunto, sono la pratica di nutrizione del bestiame nei mesi prima della macellazione. La mostra di Henner ne mostra gli effetti.

Galleria Bianconi NRandall County Feedyard, Texas, 2013 Mishka Henner

La seconda mostra on-line exclusive nasce da un doppio effetto del coronavirus: oltre ai meccanismi di tutela imposti a Milano, la Galleria Expowall ha dovuto affrontare anche la cancellazione dei voli dalla Cina. Per questo il fotografo A Yin, autore della mostra “Spirit of Mongolian Horses” non è riuscito a partire dalla Cina.

Expowall_ A Yin The Spirit of Mongolian Horses

Le fotografie di A Yin raccontano del suo viaggio attraverso le praterie della Mongolia con una temperatura di -40°, intrapreso per incontrare queste creature fiere, simbolo di coraggio e fortuna.

Milano Printmakers propone invece alcuni disegni di Fausto Melotti datati circo 1970, uno dei periodi più fecondi del lavoro dell’artista. Melotti ha un fortissimo rapporto con Milano per quello che riguarda la sua formazione e i suoi studi. Laureatosi prima in ingegneria elettrica al Politecnico di Milano,  intraprende anche studi musicali insieme a quelli di matematica e fisica. Completerà infine la sua formazione all’Accademia di Brera. Attraverso le sue opere si percepisce perfettamente la passione di Fausto Melotti per la musica, ma anche per la matematica e la fisica. Melotti muore a Milano nel 1986.

Milano Printmakers Fausto Melotti

Un altro modo di visitare le gallerie è quello di Artland, la piattaforma danese nata per rendere il mercato dell’arte più aperto e inclusivo. Artland consente delle vere e proprie visite virtuali all’interno delle gallerie. Allora cosa si può vedere nelle gallerie milanesi? 

The Flat – Massimo Carasi presenta “In my Room”, una bipersonale con opere di Michael Bevilacqua e Andrea Carpita. Due narrazioni sviluppate in contesti diversi: il Bronx di New York per Bevilacqua e la Toscana provinciale per Carpita. Entrambe le “storie” si basano sul rapporto dell’artista con il proprio spazio creativo.

The Flat-Massimo Carasi In my Room

Con un’apertura al pubblico in calendario il 4 marzo ma già disponibile on line, “Il Gesto dell’Oriente. Cinque voci dell’Avanguardia coreana”, a cura di Gianluca Ranzi, presso Dep Art Gallery.

Dep Art Gallery Il-gesto-delloriente-Cinque-voci-dellAvanguardia-coreana

La mostra mette in luce la ricerca di cinque artisti (Chun Kwang Young, Park Seobo, Lee Bae, Lee Ufan, Kim Tschang-Yeul)  che, dalla fine degli anni ‘50 del Novecento, hanno ridefinito e plasmato l’orizzonte dell’arte contemporanea in Corea facendo emergere  la complessa dinamica tra rinnovamento e tradizione che ha lambito quel paese in un quarantennio di profondi turbamenti e agitazioni politiche e sociali.

E ora che vi abbiamo detto come, lasciamo a voi il gusto della scoperta.[:]

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