Fondazione Ravello in esclusiva i progetti del neo Direttore Generale

Incontriamo il Maestro Maurizio Pietrantonio, neo Direttore Generale della prestigiosa Fondazione Ravello, per un’intervista esclusiva sul suo nuovo incarico.
Maurizio Pietrantonio - ph Fondazione Ravello
Maurizio Pietrantonio – ph Fondazione Ravello

Incontriamo il Maestro Maurizio Pietrantonio, neo Direttore Generale della prestigiosa Fondazione Ravello, per un’intervista esclusiva sul suo nuovo incarico.

La meritocrazia sembrava un termine passato di moda, ma non di certo per la Fondazione Ravello che ha scelto, tra i vari curricula pervenuti, l’esperienza consolidata dell’Illustre Maestro!

Il curriculum del Maestro Maurizio Pietrantonio è talmente vasto da obbligarmi ad una sforbiciata e riassumerlo così: Professionista, Protagonista e Portavoce della Musica doc in una carriera di alto prestigio!

Tutte queste doti non sono certo sfuggite a chi di Musica e di Cultura se ne intende davvero, come La Fondazione Ravello che d’intesa con la Regione Campania tramite il Commissario Straordinario della Fondazione Ravello, Avv. Almerina Bove e con il Consiglio di indirizzo della Fondazione stessa, ha voluto e gestito, in assoluta trasparenza, il bando di evidenza pubblica che ha portato alla nomina di una figura altamente qualificata, in tempi difficili come quello attuale, di un Nuovo Direttore dell’Istituzione!

Fresco di nomina il Maestro, che ha portato in dote anche la propria esperienza maturata con successo nel Ruolo di Sovrintendente al Teatro Lirico di Cagliari, con sei bilanci in pareggio ed un pubblico che lo ha ancora nel cuore, ci racconta la sua nuova esperienza!

Maurizio Pietrantonio - ph Fondazione Ravello
Maurizio Pietrantonio – ph Fondazione Ravello

Maestro, che emozioni ha provato quando Le è giunto questo prestigioso incarico? 

Non ho difficoltà a dire che inizialmente ho avvertito quella sensazione di gioia un po’ spaesante che ti accompagna quando realizzi che hai davanti una sfida professionale prestigiosa da svolgere in uno dei luoghi più belli del mondo.

Ravello è un incontro con la Storia e la Bellezza. Affacciarsi sul mare dal belvedere di Villa Rufolo, dove ha sede la Fondazione, è un’esperienza che ti stordisce e al tempo ti riconcilia con l’armonia dell’esistenza, soprattutto ti trasmette quell’energia vitale necessaria a fare, progettare il futuro, pur in un momento drammatico come quello che viviamo.

Villa Rufolo - ph Pino Izzo
Villa Rufolo – ph Pino Izzo

Il contesto architettonico-paesaggistico del luogo dove sono stato chiamato a lavorare è un surplus di valore inestimabile. A ciò si aggiunga che la Fondazione Ravello è un’istituzione culturale di eccellenza, centrale nell’impegno delle politiche pubbliche della Regione Campania, di riconosciuto prestigio in tutto il Paese. Il famoso festival, uno dei più antichi d’Italia, di respiro internazionale, rappresenta sicuramente il cuore delle attività. Ma le articolazioni e le potenzialità dell’offerta culturale della Fondazione sono enormi.

Per Natale c’è stato un coinvolgente progetto in streaming tv dove si è pensato di dare spazio ai giovani talenti della musica classica. Può raccontarci qualche particolare in più e  se questa linea progettuale rivolta ai giovani rientrerà anche nell’immediato futuro?

Si volentieri. In occasione delle passate festività natalizie la Fondazione, d’intesa con i soci fondatori, Regione Campania, Provincia di Salerno e Comune di Ravello, ha scelto di offrire la scena a giovani emergenti del panorama musicale della nostra regione, affiancati da talenti artistici consolidati.

E’ un dovere, anzi direi una responsabilità sociale, non smarrire l’attenzione e la cura verso una generazione che all’improvviso ha visto chiudersi il mondo, senza averlo neppure conosciuto. L’emergenza sanitaria ha sacrificato tutte le professionalità artistiche, già tradizionalmente fragili. Ma l’internamento forzato non sappiamo quali effetti produrrà sui più giovani. Invitarli a Ravello offrendogli la possibilità di esibirsi, sia pure in streaming, in un posto così prestigioso è stata una scommessa di futuro.

I nostri concerti trasmessi in streaming hanno riscosso un significativo successo, con migliaia di fruitori nazionali ed esteri, cosa – questa – che ci ha molto incoraggiato a perseguire in questa linea progettuale anche per il futuro ed oltre l’emergenza Covid19.

Siamo ormai dentro un nuovo umanesimo digitale, che riguarda in particolare tutto il mondo della conoscenza, dell’intellettualità, dell’arte. Il che non deve spaventarci, bisogna coglierne anzi i vantaggi purché sia la persona, con la sua intelligenza e la sua volontà, al centro di ogni scelta.

Belvedere di Villa Rufolo - ∏ Ravello Festival ph Pino Izzo
Belvedere di Villa Rufolo – ∏ Ravello Festival ph Pino Izzo

 

Occorre infatti considerare che la Fondazione Ravello dispone anche del modernissimo auditorium Oscar Niemeyer, un gioiello dell’architettura con un’ottima acustica e in posizione strategica che, nelle linee programmatiche della Regione Campania, si appresta a divenire un autonomo centro di produzione musicale con una regia al servizio delle varie e più prestigiose iniziative culturali della regione. Una scommessa importante, che va nella linea delle buone pratiche della ottimizzazione di un network di settore e dell’incrocio delle necessità professionali.

Lei ha lasciato un ricordo indelebile quale Uno tra i migliori Sovrintendenti del Teatro Lirico di Cagliari sia per qualità delle scelte musicali e del balletto sia per la gestione amministrativa. In questo momento delicato la Regione Campania ha puntato la lente sulla sua professionalità ed esperienza.

Quante persone lavorano nel Suo team?

La ringrazio per questo generoso riconoscimento e devo dire che il Lirico di Cagliari, malgrado le problematiche gestionali che ho dovuto affrontare, mi è rimasto nel cuore per la qualità e la capacità tecnica che ha saputo esprimere nelle sue produzioni artistiche anche nel corso dei miei sette anni di sovrintendenza e per la affezionata partecipazione di un pubblico sempre numerosissimo, competente ed appassionato.

In questo momento la Regione Campania, per il tramite dell’attuale Commissario della Fondazione Ravello, l’avvocato Almerina Bove, mi ha affidato, all’esito di un bando pubblico, questo prestigioso incarico di cui avverto, come le dicevo, tutta la responsabilità e che spero di onorare adeguatamente con l’aiuto dei miei appassionati e validissimi collaboratori.

Qui abbiamo un team operativo di base di poche unità che, naturalmente, in concomitanza del festival musicale estivo, raggiunge numeri davvero importanti per tutte le esigenze organizzative. Non parto dall’anno zero, questo è sicuramente un vantaggio e, anzi, ne approfitto per riconoscere il lavoro di chi mi ha preceduto.

Mi sento, questo sì, di portare un metodo, un’esperienza, e delle idee progettuali che mi auguro possano rappresentare anche un messaggio di coraggiosa ripartenza, proprio perché fatte in un luogo così influente come Ravello, dopo lo shock di questi mesi. Tornerà la primavera, dobbiamo esserne sicuri.

Villa Rufolo - ph Pino Izzo
Villa Rufolo – ph Pino Izzo

Lavorando in un posto così incantevole sia come struttura storica che naturale, ha ideato qualche progetto che crei un intreccio indissolubile tra Musica, Arte e Turismo?

A Ravello e per la nostra Fondazione resta, non da ultimo, imprescindibile lo stretto sinergico rapporto tra musica, arte e turismo. Lo spirito di questo luogo risiede proprio in una perfetta sintesi tra paesaggio naturale, memoria storica e offerta culturale.

Villa Rufolo ne è un esempio. Venire qui significa ripercorrere un affascinante intreccio di storia arabo-normanna, ma anche immergersi in un luogo magico e superbo, immerso in una fioritura di verde e colori, fonte di ispirazione artistica, come capitò a Wagner che qui trovò l’incanto del giardino di Klingsor dell’ultimo atto del Parsifal.

Belvedere di Villa Rufolo - ∏ Ravello Festival ph Pino Izzo
Belvedere di Villa Rufolo – ∏ Ravello Festival ph Pino Izzo

I ravellesi hanno un grande privilegio, i turisti che passano da qui, anche una sola volta, partecipano a un’esperienza, innanzitutto interiore, che sarà per sempre. Chi ha una responsabilità gestionale, come me in questo momento, ha il dovere di contribuire a coltivare questo immenso patrimonio, materiale e immateriale, perché sia bene comune, accessibile a tutti.

Intervista a cura di Claudia Spano[:]

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