Vivere la Bretagna

Paesaggi da custodire, città pittoresche, delizie gastronomiche e prodotti locali inimitabili, chilometri di coste e la salmastra brezza marina: questa è la Bretagna.

Per molte centinaia d’anni, la Bretagna è stata una meta irrinunciabile per i viaggiatori di tutto il mondo. Molto prima del business del turismo, questa regione che guarda verso il tramonto, che si tuffa con audacia nell’oceano atlantico, è stata una delle più importanti porte della Francia sul mondo. I porti storici della regione, come Lorient, Saint Malo o Brest, hanno visto passare marinai e viaggiatori dai luoghi più remoti della terra. Dai porti bretoni gli esploratori più arditi salpavano alla scoperta del nuovo mondo e delle Indie, e in queste darsene un tempo confluiva una buona parte di tutto il commercio francese internazionale: caffè e spezie dall’oriente, pellicce e tabacco dal Nuovo Mondo, e tutti i prodotti che la Francia esportava ai tempi dei velieri e dei galeoni.

Nella metà del diciannovesimo secolo, l’arrivo dei treni a vapore permise a queste terre di essere facilmente raggiungibili da Parigi, ed essendo più vicine rispetto al sud della Francia, e con un clima più mite rispetto all’area a nord di Parigi, la Bretagna divenne un luogo molto popolare. Poco a poco, vide nascere i primi resort sulla costa proprio come accadeva a Devon e in Cornovaglia dall’altro lato della Manica.

Più recentemente, con lo sviluppo dell’industria dei trasporti, ovvero traghetti sulla Manica, treni ad alta velocità e autostrade, la Bretagna è diventata una regione facilmente accessibile da tutta la Francia e dai Paesi vicini per chiunque voglia concedersi una vacanza. Al giorno d’oggi è la quarta regione turistica più popolare del Paese, al primo posto per quanto riguarda quelle del nord. Oltre alle numerose isole, è anche la regione con la costa più lunga: 2730 chilometri, circa un terzo di tutta la costa francese… la Bretagna infatti possiede un eccezionale patrimonio marittimo, particolarmente apprezzato dai visitatori: dato reso evidente dal gran numero di festival ad esso dedicati. In ogni caso, la Bretagna ospita molto meno di un terzo del totale dei turisti da spiaggia. Mentre i resort più famosi di Saint Malo sono spesso particolarmente affollati, anche durante l’alta stagione non è raro trovare piccole insenature o vaste spiagge completamente deserte.

Brest, con una popolazione di circa 150.000 abitanti, è una delle più importanti città portuali della nazione e ospita la base navale militare francese e una moderna università. Purtroppo, delle grandi mura fortificate nel diciassettesimo secolo dal grande ingegnere militare Vauban non rimane molto, dal momento che gran parte della città fu distrutta nel ’44. Oggi Brest è un grande centro industriale che si estende all’interno dell’insenatura detta appunto Rada di Brest.

St. Malo è una magnifica città insulare cinta da mura a nord della costa bretone. Uscita molto danneggiata dalla seconda guerra mondiale, è stata però ricostruita virtualmente proprio com’era a quei tempi, permettendoci di godere ancora della sua indiscutibile bellezza architettonica. Può essere considerata l’equivalente francese di Plymouth, il porto marittimo da cui nei secoli scorsi avventurieri e mercanti salpavano in cerca di fortuna in terre, o meglio, acque, lontane. Le ricchezze che poi riportavano in patria sono intuibili dal magnifico patrimonio architettonico della città.

Estesa da Mont-Saint-Michel, spesso chiamato semplicemente “l’ottava meraviglia del mondo”, fino alla città fortificata di St. Malo, la cosiddetta Costa Smeralda bretone vanta alcune tra le più alte maree in Europa, caratteristica che permette ai turisti di godersi lunghe passeggiate nella frizzante brezza marina, su spiagge la cui bellezza mozzafiato è alla portata di tutti, adornate di ostriche, molluschi e all’ombra di fortezze colme di storia.

Mont-Saint-Michel, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, è una vera e propria gemma dell’architettura, così perfettamente inserita nel paesaggio naturale da non avere eguali. Ad oggi, è uno dei luoghi più visitati della Francia; ma non precipitatevi subito su questo isolotto più unico che raro. Prima di tutto, ritagliatevi del tempo per esplorare la baia, a piedi o a cavallo, al tramonto, quando la marea si alza. L’ideale sarebbe addirittura farsi accompagnare da un ornitologo o un pastore. Vedrete prendere vita un paesaggio indimenticabile, proprio davanti ai vostri occhi. I promontori di Pointe du Grouin e Cap Fréhel, insieme alla baia di Mont-Saint-Michel, sono tre siti naturali di eccezionale bellezza, scolpiti nella costa bretone, pieni di poesia e vigore selvaggio in ogni stagione. Colonie di uccelli rari e una grandissima varietà di piante trovano qui un rifugio perfetto. Al largo della costa di Cancale è persino possibile avvistare i delfini. Il modo migliore di apprezzare la pace di questi paesaggi immensi è passeggiando o godendosi una salutare pedalata; potrai esplorare la “Grand Randonnée” (GR) per lunghe passeggiate, o la pista ciclabile “Tour de Manche”. Da soli o in coppia, in famiglia o con un gruppo di amici, questi luoghi sono una meta fantastica per una giornata all’aria aperta.

Nantes conta 280.000 abitanti e sarebbe la città più grande della Bretagna se fosse ancora considerata ufficialmente parte della regione. In passato fu la sede del Ducato di Bretagna, proprio sulle coste della Loira. Nantes ha il quarto porto più grande della nazione, ed è il maggiore centro economico e culturale della Francia occidentale. Il suo aeroporto risulta molto comodo per raggiungere il sud della Bretagna. Nantes è inoltre la città natale del famoso navigatore Eric Tabarly, nato nel 1931.

Eric Tabarly divenne una leggenda in Francia dal momento in cui vinse la seconda edizione della regata transatlantica in solitaria battendo gli inglesi. La sconfitta degli inglesi fece grande clamore all’epoca, a causa della ben nota rivalità delle due nazioni in campo navale, percepibile ancora oggi.

Ma non fu la mera vittoria a farlo diventare una leggenda agli occhi dei suoi connazionali, bensì la modalità con la quale avvenne. Le imbarcazioni dei rivali inglesi erano infatti progettate nei minimi dettagli ai fini della gara in solitaria, mentre quella di Tabarly, il Pen Duick II [da pronunciare come l’auto “Buick”] era uno yacht di 13 metri pensato per una crew di otto persone. A Tabarly bastò poco meno di tre giorni per battere il rivale francese vincitore della prima edizione della regata, Sir Francis Chichester.

Tabarly, in congedo dalla Marina Francese, non fu solo un uomo coraggioso e audace, ma anche un grande innovatore. Furono proprio queste sue qualità a caratterizzare la sua carriera da navigatore professionista, una carriera che sarebbe entrata nella leggenda.

Nonostante la vittoria della regata transatlantica in solitaria gli fece guadagnare non solo l’affetto e l’ammirazione di molti ma anche la Legion D’onore francese, il richiamo del mare era impossibile da ignorare. Poco dopo Tabarly non solo partecipò a regate come la Sydney Hobart, la Fastnet Race e la Transpac, vincendole tutte e stabilendo un nuovo record in quest’ultima, ma iniziò anche a programmare la partecipazione a una nuova regata intorno al mondo: la Whitbread Round the World Race.

A bordo della Pen Duick VI, Eric Tabarly condusse la sua squadra nell’edizione 1973 della Whitbread, dove arrivò secondo. Nonostante la mancata vittoria, Tabarly viene considerato alla stregua di una star di Hollywood, e fu spesso fotografato infatti al fianco di grandi personalità francesi. Continuò però a farsi conoscere per le sue imprese sulle onde, tra cui la vittoria dell’edizione 1976 della regata transatlantica in solitaria, in cui sconfisse l’impressionante schooner Club Mediterranée (72 metri) con la sua Pen Duick IV (di soli 22 metri).

Nel 1984 Eric Tabarly fu nominato personaggio sportivo francese più popolare, e nel 1994, all’età 63 anni, partecipò ancora alla regata intorno al mondo al timone del Maxi La Poste, in cui le sue doti di leadership furono fondamentali nel far collaborare un team considerato troppo eterogeneo.

Tabarly amò il mare fino all’ultimo giorno: fu proprio durante un viaggio in Irlanda per celebrare i 100 anni della Pen Duick che scomparve, in acque in cui è possibile sopravvivere per non più di 3 ore. La morte verrà confermata 5 giorni dopo. La Francia pianse il suo eroe, e il presidente del consiglio francese lo ricordò come “Un uomo che non ebbe paura di nulla, e seguì la sua passione fino alla fine”.

by Iris Caminada

Courtesy of Evolution, Etihad Regional Inflight Magazine

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