Cosa ci possiamo aspettare dal 2021?

Quando riparte un nuovo anno tutti facciamo la corsa per augurare un anno migliore, cosa che puntualmente, e a maggior ragione, è avvenuta in quest’occasione, dopo il terribile anno che ricorderemo come quello del virus
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Quando riparte un nuovo anno tutti facciamo la corsa per augurare un anno migliore, cosa che puntualmente, e a maggior ragione, è avvenuta in quest’occasione, dopo il terribile anno che ricorderemo come quello del virus.

Ma cosa ci possiamo aspettare dal 2021? Sarà davvero l’anno del riscatto e della ripartenza?

Sono ottimista di natura, ma questa volta l’esercizio è delicato e molto più complesso.

Ripartenza? Sì! Forse…Ma quando? 

La ripartenza, non c’è dubbio, c’è sempre. Il mondo va avanti e, dunque, ripartiremo prima o poi, ma è proprio il quando che mi preoccupa e soprattutto, nel frattempo, cosa accadrà?

È davvero impensabile che il 2021 segni il collasso economico e finanziario più importante dopo la Grande Depressione?

Le economie e il circuito economico si incepperanno definitivamente, disintegrando così l’ossatura del tessuto economico più importante di un Paese, costituito da piccole e medie imprese?

Il sistema bancario e finanziario, dopo un anno tutto sommato positivo, sarà effettivamente chiamato a pagare il pesante dazio del fallimento e della scomparsa di molte imprese, con il relativo e conseguente crollo dei mercati finanziari?

La debolezza strutturale delle economie dei Paesi più deboli, Italia in primis, riuscirà a sopportare tutto ciò con gli aiuti finanziari europei in arrivo?

Ripartiremo senz’altro, ma prima di ciò bisognerà allacciare le cinture, perché attraverseremo un periodo terribile, che mi auguro si esaurisca prima della fine del corrente anno. Assisteremmo, infatti, alla più grande distruzione di benessere che le persone viventi abbiano mai sopportato.

E tutto ciò mi porta al dilemma finale, al quale non so rispondere. 

Ma i governi e le organizzazioni internazionali di tutto il mondo hanno gestito la situazione di emergenza sanitaria come andava gestita? Nelle loro decisioni hanno tenuto conto di tutti gli effetti collaterali, compresi, e non solo, quelli economici e finanziari, cui ho accennato? 

Tra i mali che una situazione di emergenza ti costringe a subire, hanno davvero scelto quelli minori?

Pur rispettando il lavoro di chi scende in campo, e tenendo sempre ben presente che giudicare da spettatori è più facile che essere responsabili diretti delle azioni, ritengo, oltre ogni ragionevole dubbio, che le situazioni potessero essere gestite differentemente, con maggiore competenza, programmazione, coraggio e determinazione. Le classi dirigenti hanno sostanzialmente fallito!

Auguriamoci che si attrezzino per il futuro.

Comunque speriamo in bene, ma prepariamoci al peggio. Almeno nell’immediato.

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