Economia del territorio, sviluppo sostenibile e una nuova visione per sostenere il turismo

Vincerà la progettualità e la proiezione nel futuro. Questo vale per tutti i comparti economici, a partire da quello turistico
Raffaele Lauro

Pubblichiamo un estratto dell’intervista al Senatore Raffaele Lauro con particolare evidenza dei temi relativi al futuro del settore turistico nazionale e locale, importante asse della economia italiana.

Intervista originale a cura di Francesco Di Maio per Agorà 

Nell’intervista vengono toccati vari aspetti della situazione politica ed economica italiana, l’impatto della pandemia sui vari settori economici ed aspetti sociali che hanno portato cambiamenti nei comportamenti e nelle abitudini delle persone.

….Vincerà la progettualità e la proiezione nel futuro. Questo vale per tutti i comparti economici, a partire da quello turistico.

Senatore, il turismo è in crisi ovunque per effetto della pandemia. A Sorrento e in Penisola il comparto è gran parte dell’economia del territorio. Cosa serve al comprensorio costiero per farsi trovare pronto in occasione della ripresa? Una riflessione sul movimento turistico del futuro. Per il dopo emergenza si parla di fine del turismo di massa a Sorrento e non solo. Lei che prospettiva intravede?

Il turismo italiano, ancora una volta, elogiato a parole come fiore all’occhiello dell’economia italiana, per il contributo al PIL nazionale, per l’arte dell’accoglienza, per l’occupazione nel settore e per la tradizione enogastronomica di eccellenza, esportata in tutto il mondo, è stato tradito da questo governo, come anche da altri governi precedenti. Trattato come una cenerentola, con una delega ministeriale considerata non prioritaria, e con le Regioni che hanno continuato a procedere ciascuna per proprio conto. Nessuna delle proposte fatte dalle rappresentanze di categoria, nazionali e regionali, nonché da Unimpresa, è stata accolta. Tranne iniziative spicciole, inconcludenti e inattuabili, sia nei decreti economici dell’emergenza, sia nella manovra finanziaria e sia, questo veramente grave e allarmante, nel piano sul Recovery Fund. Incomprensibile, doloso, irresponsabile. Questo governo scrive norme non solo contorte, ma che prescindono dalla realtà, perché non ascolta i protagonisti del settore, a partire dagli albergatori, dai ristoratori e da tutto l’indotto. Il turismo italiano viene sistematicamente sottaciuto, sottostimato e, di nuovo, vilmente tradito. Per quanto riguarda il mercato turistico, internazionale e nazionale, non appena le vaccinazioni di massa creeranno condizioni di sicurezza sanitaria, anche nei trasporti, e sarà ripristinata nella classe media la fiducia nel futuro, il settore si riprenderà e, addirittura, esploderà. La vocazione a viaggiare, per godere delle bellezze naturali, artistiche e culturali e per conoscere mondi e tradizioni diverse, resterà insopprimibile nell’uomo. Il turismo di massa non scomparirà, anzi si espanderà, ma sarà un turismo di massa diverso dal precedente, con una domanda attentissima alla salvaguardia sanitaria ed esigentissima, in chiave di sostenibilità, di tutela dell’ambiente e di rispetto della natura. Un turismo di massa total green, un turismo totalmente rinnovato nell’ottica dell’economia circolare. Vincerà chi si sarà attrezzato e proporrà, con campagne mediatiche orientate al green, un’offerta in quest’ottica, non solo in chiave di marketing, ma in termini strutturali. E questo compito riguarderà principalmente le amministrazioni locali, nell’ambito di logiche comprensoriali, l’adeguamento delle strutture ricettive, la ristorazione, la tutela rigorosa dell’ambiente, e il riciclaggio dei rifiuti. Serve una rivoluzione verde che parta dalla base dei distretti turistici, che non possono più fare affidamento sul governo nazionale e su quello regionale. Il comprensorio sorrentino-amalfitano, comprese le isole del golfo di Napoli, a prevalenza economia turistica, si presenta come il luogo ideale per anticipare questa rivoluzione. 

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I sindaci della Penisola, a partire dal primo lockdown, hanno preso l’abitudine di condividere le scelte mediante ordinanze dal contenuto identico sui temi di interesse comprensoriale. Anni addietro lei indicò, purtroppo inascoltato, la via maestra dell’Unione dei Comuni. Ci sono, a suo avviso, le condizioni per riprendere quella proposta? Un provvedimento, da adottare subito, che suggerisce all’Amministrazione guidata dal sindaco Massimo Coppola.

L’Unione dei Comuni della costiera sorrentina! Si tratta di un’altra battaglia, che risale alle mie due consiliature comunali di Sorrento, dal 1975, prima all’opposizione e, poi, nel governo della città, come vice sindaco, con la delega, tra le altre, alla Cultura. Lei mi riporta a decenni addietro! Quasi mezzo secolo fa! Una battaglia allora perduta per futili campanilismi, personalismi e miopia amministrativa. Il nostro comprensorio ha una vocazione e un destino comuni, problemi comuni, soluzioni necessariamente da condividere e da coordinare. Basti pensare alla mobilità, alla viabilità, all’ambiente, all’inquinamento marino e ai servizi essenziali. L’Unione rimane una soluzione attuale, che, pur rispettando le diverse identità comunali, consentirebbe di mettere a fattor comune energie, risorse e soluzioni integrate. Anche da parlamentare ho continuato a suggerire questa soluzione. La pandemia ha dimostrato come questa sia la strada maestra anche per il rafforzamento delle strutture sanitarie e per l’elaborazione di un progetto comprensoriale di ripresa dell’economia turistica. Un progetto da elaborare quanto prima, tramite un comitato intercomunale, coordinato dalle amministrazioni locali, con le rappresentanze datoriali e sindacali, integrato da esperti economici e della comunicazione, che proceda alla radiografia e proposta: del comparto pre-epidemia, con i flussi della domanda, sia nazionale che internazionale; dei danni prodotti su quei segmenti di domanda dalla pandemia; dei flussi di domanda estera da recuperare, tenendo conto delle difficoltà indotte da nuovi eventi, come, per il mercato inglese, la Brexit; delle possibilità di orientarsi su altri mercati, più sensibili alla trasformazione dell’offerta nella direzione della sostenibilità e del green, nonché della conseguente programmazione di campagne mediatiche tempestive, non appena cessata l’emergenza. Bisogna prepararsi oggi per il domani, altrimenti si perderanno quote di domanda, non più recuperabili. Questo mi sento di proporre a tutti sindaci della Penisola, a partire dal sindaco della “capitale”, Massimo Coppola. Necessita, inoltre, inventarsi anche una nuova offerta che si concili con la destagionalizzazione. Mi riferisco a idee e proposte, affiorate nella recente campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Sorrento, anch’esse risalenti a quasi mezzo secolo fa, che meritano di essere esplorate e progettate, potendo beneficiare di finanziamenti europei ad hoc. Si tratta di creare il “nuovo”, oltre a cercare di recuperare il recuperabile del “vecchio”, purché tra loro compatibili.

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A quale “nuovo” si riferisce, senatore?

Nella storia umana, anche economica, una crisi epocale, come quella che stiamo vivendo, ha determinato la distruzione di buona parte del “vecchio”, sia materiale che concettuale, e ha provocato la creazione del “nuovo”, anche se questo processo innovativo di cambiamento ha comportato un consistente sacrificio di risorse, un radicale cambiamento di mentalità, un amaro abbandono di rendite di posizione, ritenute illusoriamente, fino al passato, come acquisite per sempre, e, da ultimo, ha richiesto un insieme di qualità, come il coraggio, la determinazione, la creatività e, perché no?, la visionarietà. Non fa eccezione, nell’ambito del sistema economico italiano, il turismo nazionale, colpito al cuore, come anticipato in precedenza, dalla crisi economica e sociale in atto. Il turismo dovrà “reinventarsi” dalle fondamenta, potendo contare ancora su una storica cultura dell’accoglienza, su una raffinata arte dell’ospitalità, su un’offerta ricettiva e di servizi di altissima qualità, su un’eccellente tradizione culinaria e su un patrimonio di beni culturali, naturali, museali e archeologici, unici al mondo.

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Questo rinnovamento investe, in primis, le località a prevalente economia turistica, come Sorrento, la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana. Si tratta di definire, nell’ambito delle altre iniziative per la destagionalizzazione, un’idea-progetto, molto ambiziosa, da finanziare con i fondi europei e da realizzare nell’arco di un decennio: 2020/2030. Trasformare il comprensorio, nel semestre dall’ottobre al marzo dell’anno seguente, in una “high education area”, in collaborazione con i più prestigiosi istituti universitari europei (primo quinquennio 2020/2025) ed extra-europei (secondo quinquennio 2025/2030). Ciascun quinquennio verrebbe realizzato secondo moduli progressivi, in relazione alle intese raggiunte e agli accordi sottoscritti con gli atenei più prestigiosi del nostro continente e del mondo. Area “non” come città universitaria, ce ne sono già troppe, ma luogo dell’alta formazione postuniversitaria, utilizzando, per gli stage, due trimestri successivi: ottobre-dicembre e gennaio-marzo. Gli stage sarebbero diretti e organizzati didatticamente dalle stesse università di provenienza, con docenti e materiale didattico di origine, in piena autonomia accademica, nelle materie e nelle discipline di competenza, che caratterizzano le rispettive specializzazioni post-universitarie. L’area sorrentino-amalfitana offrirebbe gratuitamente una logistica di alto livello, strutture dedicate, dove tenere gli stage formativi postgraduate, attrezzate a dimensione informatica evoluta, e curerebbe, nell’ambito del progetto complessivo, sul piano organizzativo, dell’assistenza e del supporto, l’offerta alberghiera, per dirigenti, docenti e studenti, nonché le loro famiglie in visita, secondo pacchetti a costi preferenziali. Tali pacchetti sarebbero integrati con escursioni programmate e guidate nei week-end, presso i più famosi siti della nostra regione, indicati, di seguito, a titolo di esempio: palazzi storici e musei (il Palazzo Reale a Napoli, la Reggia di Caserta, il Museo Archeologico di Napoli, Pinacoteche), teatri (Teatro di San Carlo e altri), siti archeologici (Pompei ed Ercolano), altre note località turistiche (Capri, Positano e Amalfi) e strutture produttive del “Made in Campania”. Definita l’idea-progetto, organizzativa, logistica e finanziaria, dopo aver ottenuto la prima tranche di finanziamento europeo per avviare la realizzazione delle strutture logistiche, le proposte di collaborazione e di intensa, attraverso i più raffinati strumenti di comunicazione e di marketing, verrebbero sottoposte, per il primo quinquennio, alle autorità accademiche delle più esclusive città universitarie europee, come sempre a titolo di esempio: Utrecht, Oxford, Manchester, Grenoble, Graz, Edimburgo, Dublino, Coimbra, Salamanca, Lund, Valencia e Zurigo. Sulla base dei risultati del primo quinquennio, il comprensorio sorrentino-amalfitano si preparerebbero, successivamente, ad ospitare, nel secondo, anche dirigenti, docenti e studenti, sempre postgraduate, provenienti dalle più prestigiose università americane, giapponesi, russe e cinesi. La nostra terra confermerebbe, in tal modo, la sua fama di terra dell’accoglienza, della bellezza, della cultura e della collaborazione internazionale. L’obiettivo del primo quinquennio sarebbe quello di ospitare migliaia di laureati per ciascuno stage, mentre, per il secondo quinquennio, raddoppiare i partecipanti per ciascuno stage. Alla definizione di questa idea-progetto dovrebbero essere chiamati a collaborare, su iniziativa coordinata delle amministrazioni locali, tutti i protagonisti del turismo sorrentino-amalfitano, attraverso i loro rappresentanti di categoria e sindacali: albergatori, lavoratori alberghieri, ristoratori, guide turistiche, trasporti, commercianti, artigiani, associazioni culturali, strutture dell’intrattenimento e altri. Si determinerebbe, in tal modo: un effetto produttivo e di reddito sull’intero indotto turistico del comprensorio, non effimero, ma destinato a consolidarsi nel tempo: il rafforzamento e l’ampliamento di un potenziale bacino di utenza di alto profilo; la promozione dell’immagine internazionale del nostro territorio, come luogo privilegiato di soggiorno, di cultura e di relazioni internazionali. Questo potrebbe essere un utile tassello, pur se non l’unico, per il rilancio della nostra economia turistica per il prossimo trentennio.[:]

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