Secondo il report pubblicato da McKinsey e The Business of Fashion, la moda dovrebbe crescere a un tasso fra il 3,5% e il 4%, dal 4-5% stimato per tutto il 2018 (in miglioramento dal 2,5-3,5% del 2017). Stando agli esperti, si tratterà di incrementi polarizzati, a causa della volatilità, dell’incertezza e dei cambiamenti nell’economia globale.
Antonio Achille, senior partner e global head of luxury di McKinsey dichiara che se consideriamo i singoli sgmenti, solo il value e lusso registreranno solide performance nel 2019, con un incremento compreso tra il 5-6% e tra il 4,5-5,5% rispettivamente. Il value sarà guidato principalmente da realtà con proposition molto forti, che supereranno i player mid-market. La crescita del lusso sarà invece trainata dalle economie in rapida crescita dell’Asia-Pacifico e dal boom dei viaggi nel mondo.

Un sondaggio che ha coinvolto circa 300 fra manager ed esperti dell’industria della moda ha permesso di elaborare il sentiment sul 2019: il 56% del campione si aspetta un miglioramento nel segmento premium-luxury, ma gli ottimisti scendono al 42% nel medio di gamma e al 27% nel value (nelle categorie di prezzo di McKinsey è il target fra il medio e il discount).
Nel 2019 le aspettative di incremento delle vendite riguardano soprattutto i mercati emergenti dell’area Apac (6,5-7,5%) e gli emergenti europei (4,5-5,5%).
Quanto alle merceologie, a vendere di più dovrebbero essere lo sportswear (6-7%) e il comparto borse-valigie (4,5-5,5%).


The State of Fashion ha inoltre tratteggiato 10 tendenze per il 2019. Quasi scontata la prudenza: il 70% degli intervistati si è detto preoccupato per l’outlook macroeconomico globale del prossimo anno.
Secondo trend: l’ascesa dell’India, dove cresce la classe media e si rafforza il settore manifatturiero. Ci si aspetta inoltre una riorganizzazione a livello globale della catena del valore e l’affermarsi di modelli di business legati all’usato, rinnovato, riparato e noleggiato.
I marchi dovranno poi prendere una posizione chiara in merito alla responsabilità sociale e ambientale, specie in alcuni mercati. Bisognerà tenere conto anche dei consumatori che si aspettano di acquistare un prodotto nel momento esatto in cui ne vengono a conoscenza (oggi i clienti di Amazon negli Usa si aspettano consegne entro 24 ore, nel 1995 erano 9 giorni).
Altra tendenza ipotizzata è l’aspettativa del cliente di trasparenza assoluta da parte delle aziende (per esempio sull’autenticità e originalità del prodotto).
Ai brand consolidati viene richiesto di cambiare i loro modelli di business, l’immagine e l’offerta per contrastare una nuova generazione di piccoli marchi emergenti che crescono rapidamente, a causa dell’infedeltà e voglia di novità dei consumatori.
Le piattaforme di e-commerce dovranno continuare a rinnovarsi, specie nei servizi ad alto valore aggiunto.[:]