Il settore della moda e del lusso scende in campo firmando il Fashion Pact proposto da Francois Henri Pinault, numero uno del gruppo Kering, che è riuscito a coinvolgere 32 aziende globali del settore.
È stato il presidente francese Emmanuel Macron a dare mandato ufficiale a Pinault affinché l’industria del tessile-moda definisse obiettivi concreti per ridurre l’impatto ecologico causato dalle proprie attività.
Nell’elenco dei sottoscrittori del Fashion Pact manca però il nome del maggior gruppo francese, diretto concorrente di Kering: Lvmh di Bernard Arnault.
Le 32 società aderenti al Fashion Pact — tra cui le italiane Armani, Ferragamo, Moncler, Prada, Zegna — si sono impegnate a raggiungere insieme obiettivi concreti nell’ambito di clima, biodiversità e oceani. Tutte insieme rappresentano circa un terzo del settore.
Il Fashion Pact include, oltre ai gruppi e marchi del lusso e della moda, anche società dello sport e del lifestyle, insieme a fornitori e retailer già coinvolti in impegni ambientali. François-Henri Pinault presenterà il Fashion Pact nel corso del prossimo G7 di Biarritz.
Del gruppo di Arnault, aderisce Stella McCartney, stilista di cui è stato annunciato in luglio un accordo con Lvmh «volto ad accelerare lo sviluppo della maison» e che da sempre si caratterizza per l’attenzione all’ambiente e agli animali.
L’industria della moda globale è una delle industrie più grandi, dinamiche e influenti sul pianeta, con oltre 1,5 miliardi di euro all’anno di entrate. Proprio per questo ci sono grandi attese sul ruolo che il settore deve svolgere verso un futuro più sostenibile.
Gli obiettivi del Fashion Pact si basano sull’iniziativa Science-Based Target (SBT), che si concentra su tre aree principali per la salvaguardia del pianeta:
1) Arrestare il riscaldamento globale (global warming), creando e realizzando un piano d’azione per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050, al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1.5°C, tra adesso e il 2100.
2) Ripristinare la biodiversità, raggiungendo gli obiettivi indicati dai parametri stabiliti dall’iniziativa Science-Based Target per ristabilire gli ecosistemi naturali e proteggere le specie.
3) Proteggere gli oceani, riducendo l’impatto negativo del settore della moda sugli oceani stessi, mediante iniziative concrete, quali la riduzione graduale della plastica monouso.
Tutti i nomi degli aderenti
Queste le aziende che hanno aderito al Fashion Pact: Adidas, Bestseller, Burberry, Capri Holding (tra i marchi Michael Kors e Versace), Carrefour, Chanel, Zegna (Zegna, Thom Browne), Everybody&Everyone, Fashino3, Fund Group, Galeries Lafayette, Gap, Giorgio Armani, H&M, Hermès, Inditex (tra i marchi Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka), Karl Lagerfeld, Kering, La Redoute, Matchesfashion.com, Moncler, Nike, Nordstrom, Prada, Puma, Pvh Corp (Calvin Klein, Tommy Hilfiger), Ralph Lauren, Ruyi, Salvatore Ferragamo, Selfridges, Stella McCartney, Tapestry (Coach, Stuart Weitzman).[:]