I love beauty, it’s not my fault. Happy Birthday Valentino!

Happy Birthday Valentino!

I love beauty, it’s not my fault

è forse la frase più celebre di Valentino Garavani, che nel giorno del suo 90esimo compleanno (è nato l’11 maggio 1932 a Voghera), viene riproposta nel suo colore iconico, il rosso, sulla felpa Valentino, Happy Birthday Mr. V, disponibile in edizione limitata sul sito valentino.com e i cui proventi andranno alla Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti.

Non è questa l’unica iniziativa della griffe, attualmente nell’orbita di Mayhoola for Investments, per celebrare il suo fondatore: da oggi al prossimo 5 giugno è allestita al Teatro Sociale di Voghera una mostra con le creazioni di Valentino dagli anni Sessanta ai Duemila.

Sul palco 36 abiti rossi provenienti dall’archivio e, accanto a questi modelli che rappresentano le donne come attrici e spettatrici allo stesso tempo, bozzetti, disegni, illustrazioni, ritagli di giornale, fotografie e altri documenti.

Conosciuto con il solo nome di battesimo, inconfondibile in tutto il mondo, Valentino Garavani ha iniziato la sua carriera giovanissimo, presso l’atelier della stilista Ernestina Salvadeo nella sua città di origine, per poi frequentare una scuola di figurino a Milano e successivamente l’École de la Chambre Syndicale de la Couture a Parigi.

Dopo essere stato collaboratore di Guy Laroche e allievo di Emilio Schuberth a Roma, fonda nel 1957 la maison Valentino, che dopo un inizio tribolato con il rischio di una bancarotta si risolleva nel 1960 con l’ingresso nella società di Giancarlo Giammetti, che diventa compagno di lavoro e di vita.

La presentazione della prima collezione a Pitti Moda di Firenze, nel 1962, è un successo che lo proietta nell’Olimpo dei grandi, fino a l’Ultimo Imperatore della couture, come nel film celebrativo del 2008, girato da Matt Tyrnauer: Valentino colleziona premi prestigiosi, apre atelier in città internazionali oltre alla sede romana, veste le donne più famose del mondo, avvia monomarca e soprattutto dagli anni Ottanta inizia una brand extension ad ampio raggio. Il tutto senza dimenticare la charity, come dimostra la fondazione nel 1990 dell’associazione L.I.F.E.per la lotta all’Aids.

L’addio alla moda avviene nel 2007 con un grande evento di tre giorni a Roma. A disegnare la collezione l’allora proprietario (il Gruppo Marzotto) sceglie la giovane Alessandra Facchinetti, che resta in carica per breve tempo, cedendo il testimone a Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, già in forze da dieci anni nel reparto accessori della casa di moda.

Nel 2016 Chiuri vola da Dior a Parigi, mentre Piccioli resta a Roma a tenere le redini stilistiche di Valentino, incarico che detiene tuttora. Il ceo del marchio è Jacopo Venturini: sotto la sua guida il brand ha archiviato il fiscal year 2021 con ricavi pari a 1,23 miliardi di euro, +41% a cambi costanti sul 2020 (che si era chiuso a quota 882 milioni) e +3% sul 2019.

Intervistato da D di Repubblica, Pierpaolo Piccioli dice: «Quando parlo di Valentino, parlo anche di me. Io Valentino l’ho conosciuto attraverso le immagini dei fotografi e le pagine delle riviste, stando tra la folla in via Condotti a guardare le sue sfilate a Donna sotto le Stelle, cercando di cogliere Dalma e Pat Cleveland in passerella. Il mio primo vestito di haute couture l’ho visto da vicino quando sono arrivato qui, ed è esattamente questo il motivo per cui ho sempre sognato di lavorare o per Yves Saint Laurent o per Valentino Garavani: loro sono stati gli ultimi, veri couturier, e io volevo imparare da loro».

La griffe sarà protagonista l’8 luglio di una sfilata dell’haute couture, non più a Parigi come d’abitudine ma a Roma, dove tutto è nato, tra la sede di piazza Mignanelli e la vicina piazza di Spagna.

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