Intervista con Mohamed Ghannem: educazione e sport per supportare i giovani

Intervista con Monsieur Mohamed Ghannem, Avvocato Specializzato in Diritto Pubblico Internazionale e Scienze Politiche e Presidente della Federazione Tunisina di Taekwondo

Arriva all’incontro nella hall del nostro hotel a Tunisi in un perfetto abito blu, fisico asciutto, uno sguardo profondo. Tunisi è un po’ il centro del mondo nord africano, il Maghreb, che nella lingua araba indica il posto dove tramonta il sole. Da sempre centro nevralgico del Mediterraneo perché semplice da raggiungere sia per gli europei – per entrare in Tunisia non occorre visto – sia per gli africani e i medio orientali.
Tunisi si può paragonare a quella che era Beirut tanti anni fa per il Medio Oriente: un luogo dove si potevano incontrare persone che venivano da ogni parte del mondo e con molteplici interessi.
Mohamed Ghannem è considerato un elemento di spicco in questa nazione per le attività legate al mondo dello sport e gli chiediamo di parlarcene.

Ho cominciato a praticare il taekwondo da piccolo. A 10 anni sono rimasto orfano e così per me è stato molto importante avere una disciplina da seguire. Da disciplina è diventata per me uno stile di vita. L’impegno quotidiano, il lavoro fisico, la preparazione, il confronto durante i combattimenti con i miei avversari. Lo studio delle tecniche. Tutto questo mi ha anche portato avanti nel mio percorso di studi e oggi sono un affermato avvocato esperto in diritto pubblico internazionale e interessato alle vicende politiche del mio Paese e a quelle Internazionali.
La pratica dello sport e la mia carica di Presidente della Federazione Nazionale mi ha consentito negli anni di viaggiare molto al di fuori del mio Paese e questo mi ha permesso di aprirmi ad un mondo diverso da quello del nord Africa, facilitando così la comprensione di modi di vita differenti costruendo così in me una migliore capacità di essere utile ai nostri ragazzi e al nostro Paese.

Cosa intende con ciò?

Vede da quando sono diventato Presidente della Federazione in Tunisia siamo passati da 3.000 atleti a 30.000, i club dove si praticava il Taekwondo erano 90 oggi sono 450. Oggi il Taekwondo e il secondo sport per numero di praticanti in Tunisia dopo il calcio.
Nella nostra Federazione abbiamo dato origine a un progetto di sviluppo giovanile che permette ai ragazzi di continuare il corso di studi e allo stesso tempo di allenarsi intensamente. Questo permette ai giovani di abbinare educazione a sport e ciò li rende meno fragili alle tentazioni di stili di vita negativi quali l’uso e l’abuso di alcol e droghe e anche dei fanatismi religiosi.
La Tunisia è un paese musulmano ma aperto a tutte le religioni. Il nostro Paese si è sempre caratterizzato come meta turistica e accogliente per tutti i viaggiatori e noi desideriamo che sia ancora così in futuro. Non produciamo petrolio o gas come altri Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e le nostre risorse sono quindi il Turismo, l’Agricoltura e i Servizi.
Per fare questo abbiamo bisogno di giovani generazioni dalla mente aperta e confrontarsi nelle palestre e nelle competizioni internazionali permette ai ragazzi di abbattere le barriere dei pregiudizi verso gli altri.

Come vi supporta il Governo?

Abbiamo inaugurato un rapporto di collaborazione con il Ministero dell’Educazione che ci ha permesso di usufruire degli spazi inutilizzati delle scuole pubbliche. Nel paese ce ne sono 450 ad oggi ne abbiamo attrezzate, grazie al contributo di molti sostenitori, 50 e vogliamo continuare.
In questi spazi si crea un rapporto profondo fra l’educatore e i giovani, la pratica dello sport infatti, in particolare di una disciplina come un’arte marziale, permette di cambiare le abitudini, di lasciare quelle non positive e di prenderne di migliori.
Si genera così un rapporto di scambio di relazioni importanti fra il maestro e gli allievi che va oltre la dinamica sportiva e diventa così un rapporto di crescita continua.

Quali sono gli sviluppi futuri?

Lo scorso anno abbiamo organizzato qui nel nostro Paese una fase di gare per la qualificazione alle Olimpiadi. Abbiamo avuto un grande successo di partecipazione, oltre 150 delegazioni di Paesi diversi sono venute qui in Tunisia. La cosa più interessante è stata la scoperta per molti di loro del nostro bellissimo Paese, delle sue attrazione, delle sue risorse turistiche. In molti non conoscevano per niente la Tunisia.
Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro fatto in questi anni, che ha permesso a due nostri atleti di vincere una medaglia d’oro olimpica, uno nella categoria juniores e una nei seniores.
Questo ci ha permesso di farci notare come realtà emergente del mondo del taekwondo e allora è stato più semplice farci accettare come Paese ospitante.
Abbiamo intenzione di organizzare altri eventi del genere e questo diventa automaticamente anche un fattore di sviluppo economico per tutta l’industria del turismo locale, dall’ospitalità negli hotel, ai ristoranti, alle spiagge, ai siti archeologici e a quelli naturali.

 

Oggi il mondo è esposto al rischio terrorismo pensa che lo sport possa fare qualcosa per arginare questo pericolo nel vostro Paese?

Questa domanda mi tocca nel profondo, il nostro Paese negli ultimi anni è riuscito a risollevarsi dai danni provocati al turismo dagli attentati al Museo del Bardo e della Spiaggia di Susa del 2015. La Tunisia era crollata come meta di destinazione turistica internazionale. Comprensibile perché nessuno sceglie una meta rischiosa per passare delle vacanze, un po’ come accaduto per Sharm El Sceikh dopo la caduta dell’aereo russo sul Sinai.
Il Governo ha comminato delle pene esemplari, 7 ergastoli, ai colpevoli dando così un segno forte di condanna verso questo fenomeno.
Nella nostra Federazione siamo fortemente convinti che la pratica dello sport tenga molti giovani lontani da alcol, dalla droga e dall’estremismo religioso. Quindi può ben capire come io veda nella crescita del nostro movimento sportivo un importante elemento di salvaguardia per il Paese. Ne stiamo facendo un laboratorio per l’innovazione del Paese.
Ogni atleta in più che frequenta le nostre palestre è un pezzo di Tunisia che affronta la vita in maniera positiva, costruttiva, moderna.
Come comprende per me il taekwondo è ormai la mia vita.[:]

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