Circular Fashion Index 2022 di Kearney: è questa società di consulenza strategica che valuta gli sforzi dei marchi per estendere ed allungare la vita dei prodotti, ad aver messo l’Italia al secondo posto tra i paesi sostenibili.
Più in particolare il Bel Paese è al secondo gradino del podio per quanto riguarda i principali produttori del settore moda.
La vera punta di diamante della classifica, il più grande vanto per il Made in Italy va al settore lusso con il podio conquistato dalla maison fiorentina Gucci.
Anche per la classifica generale l’Italia compare di nuovo, al quinto posto, con il brand Ovs.
Per quanto riguarda i brand internazionali, il podio del Circular Fashion Index 2022 se lo sono aggiudicati Patagonia, The North Face e Levis.
Degli oltre 150 marchi monitorati, il 35% circa sono italiani, tedeschi e francesi.
150 marchi globali, 20 Paesi e 6 settori; dall’outdoor alla lingerie, dal lusso (sia premium che abbordabile) al mass market, dal fast fashion all’abbigliamento sportivo.
Impegno sostenibile: c’è ancora molto da fare
Nonostante i molti esempi virtuosi, il fashion e l’industria della moda sembrano fare ancora molta fatica a raggiungere un buon livello di impegno sostenibile: il punteggio globale infatti è di solo 3 su 10.
Solo il 7% dei brand, infatti, impiega oggi regolarmente materiali riciclati a fronte di un 39% che non li utilizza e un 54% che li usa esclusivamente per dettagli o prodotti selezionati.
Anche la comunicazione sulla cura del prodotto o consigli “etici” di utilizzo resta di nicchia: solo il 46% dei brand fornisce approssimativamente questi dettagli alla propria clientela, mentre il 44% non lo fa affatto.
Resta fuori dalle prime posizioni la Francia che tuttavia raggiunge complessivamente, con i suoi 22 marchi, il punteggio più alto nel CFX (3.65).
[:]