La Costa Smeralda sperimenta l’ospitalità a 8 mesi

Tra gli alberghi che hanno aperto in anticipo c’è l’Hotel Cala di Volpe a Porto Cervo, che ha alzato i battenti già a metà marzo

La redistribuzione dei flussi dei viaggiatori in periodi più lunghi dell’anno sembra essere un trend destinato ad affermarsi.

La Costa Smeralda, pioniere in questo trend, quest’anno allunga il periodo di ospitalità a otto mesi, cioè da metà marzo 2022 fino a fine ottobre, quindi due mesi in più rispetto al passato. Non solo gli hotel tengono aperti i battenti, ma anche negozi, ristoranti e voli.

Complice il desiderio forte di viaggiare, dopo due anni di restrizioni, le presenze dei viaggiatori statunitensi nella costa nord orientale della Sardegna sono addirittura raddoppiate rispetto al 2019. Il secondo trend dopo due anni di pandemia è legato alla ricerca di destinazioni poco affollate, come è la Costa Smeralda con un turismo a bassa densità, che non punta sui volumi, tanto che i posti letto ancora oggi sono 1.000, come erano nel 1965.

L’elemento ancora più importante è che i turisti non hanno più piacere a viaggiare nei picchi di stagione e quindi i flussi si spalmano su un periodo più lungo rispetto al passato, si ama viaggiare ad aprile, maggio, giugno ma anche a settembre e ottobre.

Hotel Cala di Volpe

Tra gli alberghi che hanno aperto in anticipo c’è l’Hotel Cala di Volpe a Porto Cervo, che ha alzato i battenti già a metà marzo. Opera del noto architetto Jacques Couëlle, che con le forme arrotondate ha creato nell’hotel un’ideale estensione della natura, l’Hotel Cala di Volpe ha avuto negli anni diversi interventi di restyling a cura di 4BI&Associés di Bruno Moinard e Claire Bétaille, e, successivamente di Dordoni Architetti.

Quest’ultimo studio ha lavorato su 13 stanze: “In ogni camera – commenta lo studio milanese – la scelta di materiali, finiture e arredi ha rispettato il concetto chiave della ricerca dell’autenticità e del rapporto con la natura, senza tralasciare gli elementi che contraddistinguono l’architettura di Couëlle. In questo senso, abbiamo ricercato i colori originali delle logge in ogni stanza e studieremo gli archi e le aree comuni che conducono alle camere”.

Moinard e Bétaille hanno l’incarico di ultimare i lavori delle altre 12 stanze: “Per quanto riguarda l’arredo – osservano gli architetti – volevamo mobili che rimanessero liberi, senza artifici, che fossero caldi e accoglienti, che dialogassero con le pareti e si integrassero con le sue aperture e spazi irregolari in un’unità senza tempo e singolare. La nostra intenzione, in tutto questo, era rimanere fedeli alla creatività di Jacques Couëlle fino al midollo e dimostrare che è più moderno che mai”. Quella di Moinard e Betaille è stata un’evoluzione che abbraccia codici stilistici più contemporanei, pur conservando l’anima essenziale di un luogo essenziale.

I lavori di restyling proseguiranno nell’inverno 2022/23.[:]

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