Our Lady of the Caftans

Giuliana Cella, nota per i suoi caftani, presenta la sua nuova collezione realizzata con i tessuti preziosi che l’hanno resa famosa: broccati, damaschi, rasi e velluti devoré.
Lady of the caftans

Da oltre 25 anni Giuliana Cella propone il suo stile unico e prezioso con evocazioni orientali e veneziane. Le sue ispirazioni le ha cercate, durante i suoi viaggi, nella bellezza diffusa di Paesi lontani: il Rajastan, il Laos, la Cambogia, la Birmania, il Ghana, e nelle antiche culture russe e persiane. Le sue collezioni hanno conquistato le donne di tutto il mondo: Marta Marzotto aveva fatto dei suoi caftani il suo capo prediletto, Ornella Vanoni li ha indossati per i suoi concerti, aristocratiche e grandi dame ne hanno riconosciuto il loro gusto e il valore dei tessuti e delle lavorazioni tutte made in Italy. “Quando intrapresi la mia vicenda di piccola creatrice di moda”, commenta Giuliana Cella, “con obiettivi contenuti, rivolta ad una cerchia di amatori in cerca di originalità, Fortuny fu il mio ispiratore, il mio mentore, l’essenza del bello da ricercare con interpretazioni più vicine al nostro tempo. L’abito che lo rese famoso più di tutti, dopo le interpretazioni del kimono giapponese, le tuniche con over fluidi, “liquidi”, fu il famoso “delphos”, ispirato dall’Auriga di Delfi, presentato da Fortuny al mondo della moda ai primi del Novecento, con un successo che nemmeno l’autore prevedeva. Era il primo cenno di pret-à porter. Quella tunica liscia era perfetta per viaggiare; conquistò così grandi attrici di quel tempo, soprattutto Eleonora Duse (che ne fece l’abito irrinunciabile), ma anche Sarah Bernhard e Isadora Duncan. E’ questa la lezione che mi è pervenuta da una ricerca che non ha fine per avvicinare, con umiltà, il grande segreto di Fortuny: quel gioco di luce che caratterizzò l’intero universo artistico del pittore, disegnatore e tessitore spagnolo che, come diceva, trovava risposte solo in quella città magica che rifletteva nell’acqua storie antiche d’Oriente, di quell’impero del lusso e dell’eleganza nobile scritta nei secoli dalla Serenissima. Questa mia capsule collection è totalmente dedicata alla riproposta del “delphos”, è il mio omaggio a Fortuny. Gli abiti delphos sono sviluppati in varie declinazioni, di tessuti in raso di seta e cady plissettati multicolori. Si aggiungono piccole cappe reversibili patchwork in broccato e damasco, giacche kimono in velluto devorè, caftani in sete ricamate con oro, spolverini in velluto stampato.

I tessuti sono: il raso di seta e il cady microplissettati, i velluti di seta devorè e stampati con presenza di oro, i broccati e damaschi.

Nei colori c’è una dominanza di oro antico e bronzo uniti al viola, al prugna, al rubino, all’ottanio, al verde, anche se non mancano proposte in bianco o nero, sempre estremamente eleganti. Ecco, con queste sete dipinte a mano, ricamate d’argento, i nostri tessuti diventano materia di sogni”. [:]

Prev
Steve McCurry: Animals in mostra al nuovo spazio espositivo Mudec Photo
Animals Steve Mccurry MUDEC

Steve McCurry: Animals in mostra al nuovo spazio espositivo Mudec Photo

Il Museo delle Culture ha inaugurato il nuovo spazio espositivo Mudec Photo,

Next
Dalla passione alla creazione di un digital brand di successo

Dalla passione alla creazione di un digital brand di successo

Michela Stanzione, 31 anni, per tutti “La Coach delle Unghie”: un’autodidatta

You May Also Like
Share via
Send this to a friend