Il report Mckinsey parla chiaro: “l’industria della moda produce 2,1 miliardi di tonnellate di gas serra”
Lo scorso 23 Settembre la più importante ed influente società di consulenza strategica al mondo, Mckinsey& Co., ha presentato il report “Fashion on Climate”.
Il primo dato rilevato è la situazione di fatto: ad oggi l’industria del fashion è responsabile del 4% del totale delle emissioni gas serra globali, dato paragonabile all’insieme delle economie di Francia, Germania e Regno Unito.
Nonostante gli sforzi fatti dai colossi della moda per ridurre le emissioni, ad oggi i risultati raggiunti non hanno ancora soddisfatto gli accordi dell’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), ratificati con gli accordi Parigi del 2015.
Per raggiungere l’obiettivo prefissato, l’industria del fashion dovrebbe ridurre le proprie emissioni ad 1,1 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2030… tutto bene dunque?
Non proprio: gli esperti Mckinsey svelano che, secondo le loro previsioni ed i loro calcoli, anche tenendo conto dell’impatto sulle emissioni dell’emergenza COVID-19, le emissioni arriveranno a 2,1 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2030: quasi il doppio rispetto al risultato atteso.
Le proiezioni degli esperti affermano anche che, grazie alla costante crescita del settore prevista nei prossimi anni, tutte le azioni fino ad oggi intraprese per ridurre le emissioni non saranno sufficienti e ci attesterà non molto lontano dal dato odierno.
Se i dati del presente e le proiezioni del futuro non sembrano incoraggianti, ecco la buona notizia: tutte le azioni che potrebbero portare ad un “cambio di rotta” con abbattimento accelerato delle emissioni di gas serra saranno a basso costo per le industrie della moda; circa il 60% delle emissioni potrebbero essere ridotte grazie all’efficientamento energetico e all’utilizzo di energie rinnovabili, un altro 18% attraverso miglioramenti operativi ed infine, non meno importante, un ulteriore 21% delle emissioni potrebbe diventare un ricordo veicolando cambiamenti nei comportamenti dei consumatori.
Bassi costi per efficientare le strutture, veicolare comportamenti virtuosi come valori da seguire nei confronti dei consumatori ed attivarsi per miglioramenti operativi (ad esempio orientarsi verso differenti lavorazioni dei tessuti) sono gli ingredienti per la formula di “abbattimento accelerato” ipotizzato dai consulenti Mckinsey che potrebbero far raggiungere l’obiettivo degli accordi di Parigi.
E poi? Tutto questo non basterà; dal 2030 in poi, per rispettare le soglie di emissioni che possano rendere sostenibile il mondo della moda, l’industria dovrà andare oltre la riduzione accelerata prevista nell’analisi e impiegare tutta la sua ingegnosità e creatività per separare la creazione di valore dalla crescita dei volumi.
LINK: https://www.mckinsey.com/industries/retail/our-insights/fashion-on-climate[:]