Un lusso strepitoso, ma molto caro

La prima settimana di aprile è risultata molto simile alla precedente, se non per il fatto che ha evidenziato caratteristiche ancora più marcatamente positive. Ancora una volta nel nostro paniere di 20 azioni solo tre hanno messo a segno performance negative. Dalla fine del 2018 solo due titoli si trovano ancora in territorio negativo

La prima settimana di aprile è risultata molto simile alla precedente, se non per il fatto che ha evidenziato caratteristiche ancora più marcatamente positive. Ancora una volta nel nostro paniere di 20 azioni solo tre hanno messo a segno performance negative. Dalla fine del 2018 solo due titoli si trovano ancora in territorio negativo.

La performance è stata messa a segno sull’onda di mercati ancora una volta positivi, con l’S&P 500 in rialzo di circa +1,9 e lo Stoxx 600 intorno a +2,40%. La sovraperformance europea si è tradotta in eccellenti guadagni da parte delle maggiori aziende continentali, con guadagni in diversi casi nell’ordine del 4-5%.

Particolarmente interessanti sono stati i capital gain da parte dell’auto, che sta ancora gestendo una situazione generale non facile. Il rimbalzo dei due grandi produttori di grosse cilindrate tedeschi nel nostro paniere probabilmente è arrivato non in maniera casuale, dopo che il mercato azionario di Shanghai, peraltro aperto solo quattro giorni, ha fornito agli investitori un ulteriore rialzo del 5%. Siamo dunque ancora in pieno nel paradigma descritto la settimana scorsa: una situazione di ottimismo, in cui si distingue particolarmente la Cina, con i titoli del lusso che sono fortemente correlati a essa.

Dopo un simile avvio di anno al fulmicotone, allo stato attuale bisogna sicuramente prestare un minimo di attenzione alle quotazioni, Lvmh, ad esempio quota con un P/E trailing di 26,6 oltre che oltre 3,5 volte il fatturato e circa 5,2 volte il patrimonio netto. Per quanto riguarda Christian Dior i numeri sono rispettivamente 33,3, 1,65 e 5,44. Hermès addirittura vede un rapporto prezzo utili superiore a 47.

In pratica una certa cautela appare necessaria: in passato era prudente sottolineare che, anche in prospettiva di un rallentamento economico, era consigliabile restare sovraesposti alle azioni delle aziende più forti e di maggiore qualità. Il suggerimento permane valido, anche se al tempo stesso queste ultime stanno diventando estremamente costose. Ciò suggerisce che è ora di aggiungere un’ulteriore protezione dal rischio, in questo caso da esse stesse generato. In futuro vedremo qualche ulteriore dettaglio.

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