Settimana particolarmente difficile per il lusso

Settimana assolutamente pessima per il settore del lusso, che ha sofferto per il ritorno delle paure sull’economia globale. Dati peggiori delle attese in arrivo dalla Francia e dalla Germania hanno fatto sì che soprattutto nella giornata di venerdì 22 marzo e del 25 in Asia le perdite si facessero ingenti

Settimana assolutamente pessima per il settore del lusso, che ha sofferto per il ritorno delle paure sull’economia globale. Dati peggiori delle attese in arrivo dalla Francia e dalla Germania hanno fatto sì che soprattutto nella giornata di venerdì 22 marzo e del 25 in Asia le perdite si facessero ingenti.

Di fronte a un ritorno della paura su un possibile rapido deterioramento economico il comparto luxury ha reagito come spesso fa in questi frangenti: mostrando un beta molto elevato. Infatti, se le aziende di questo segmento possono fare meglio dei listini generali in fase di boom e sovraperformare anche nelle fasi di stagnazione (grazie a un alfa elevato in tale scenario), esse vedono anche un’evoluzione dinamicamente negativa quando le cose vanno male.

Delle 20 azioni esaminate 16 hanno visto perdite più o meno gravi. Ralph Lauren e Tod’s sono rimaste più o meno invariate, mentre hanno guadagnato solo Tiffany e Prada. Quest’ultima però veniva da una settimana precedente disastrosa da cui è solo in parte rimbalzata prima di tornare a scendere lunedì 25 marzo. Ralph Lauren ha pure visto una perdita superiore al 3% il venerdì precedente.

In generale a sottoperformare, in uno sviluppo speculare rispetto alla settimana prima, è stato proprio quel segmento più legato ai consumi discrezionali, che più volatile dell’ultra-lusso. La parziale eccezione è risultata Tiffany, grazie a buoni risultati trimestrali e al fatto di essere meno legata al mercato cinese e più incentrata su quello statunitense.

I colossi francesi si sono dimostrati ancora una volta un’oasi di relativa stabilità, mentre l’auto tedesca soffre pesantemente a causa delle notizie sul ciclo globale.

Interessante infine il calo di Moncler, una delle superstar del comparto, innescato dall’uscita dal fondo francese Eurazeo, che ha liquidato con notevole profitto il 4,8% che deteneva. Il tempo dirà se si tratta solo di un fenomeno temporaneo e dell’inizio di un periodo meno soddisfacente nell’andamento borsistico del gruppo.

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