Valori e simboli universali sono trasmessi nei secoli dall’arte orafa: un gioiello è da sempre un ornamento, un emblema di potere e legame.
Recuperando la lavorazione artigianale, Giulio Manfredi, raffinato creativo dell’azienda da lui fondata nel 1973, fa propri questi valori della tradizione superando gli schemi e ricercando nuovi contenuti nell’analisi stilistica. La sua è una libertà creativa capace di valicare i confini della materia e valorizzare gemme naturali con accostamenti vivaci e tagli inconsueti. Quasi un rifiuto dell’accettazione passiva delle regole che esplora una nuova dimensione del gioiello e del modo di viverlo. Per Manfredi i gioielli sono espressioni artistiche che raccontano chi li ha creati e chi li indossa.
Utilizza leghe preziose per dar vita a forme inedite, fluide e armoniose; gioca con i riflessi dell’ oro, utilizzando tutte le sue varianti cromatiche per riflettere ed esaltare la vera protagonista dei suoi gioielli: la luce.
La sua reputazione di artista eclettico lo ha coinvolto in molte attività culturali e onorifiche in Italia, New York,Los Angeles e Shanghai. Fra queste, nel 1992, per la celebrazione del cinquecentenario della morte di Piero della Francesca, crea dodici gioielli per la mostra “Con gli occhi di Piero, abiti e gioielli nelle opere di Piero della Francesca” presso la Basilica di San Francesco, ad Arezzo. Cinque di queste creazioni ripercorrono i suoi capolavori, le altre sette presentano la visione del genio di Piero della Francesca, ovvero come il maestro avrebbe realizzato dei gioielli se fosse vissuto negli anni Novanta.
Suoi anche i gioielli-scultura per l’esposizione “L’ emozione del sogno, Giulio Manfredi interpreta Alessandro Manzoni” inaugurata nel 2006 nelle sale museali di Casa Manzoni. Un progetto creativo che fa riscoprire il capolavoro letterario in chiave contemporanea con sette creazioni che raccontano i personaggi de “I Promessi Sposi”.
Così la raggiera di Lucia ripercorre la storia di questo ornamento nuziale con il valore della promessa da onorare con paziente tenacia e lo fa vivere di luce con topazi, quarzi lilla e granati. E sempre a Milano, nel 2011, è protagonista de “L’ Oro invisibile” con una collezione dedicata al Cenacolo di Leonardo da Vinci, esposta al Cenacolo Vinciano e alla Biblioteca Nazionale Braidense. “Ar t e i ndo s s abi l e” ha aperto le porte al pubblico lo scorso febbraio ed è nata dall’incontro con il premiato chef Stefan Pramstrahler. È un percorso che inizia dalle fondamenta del Turm per poi salire verso la Torre del Gufo attraverso le antiche mura del XIII secolo con il “Volo di Cento Farfalle” che illumina la parete di roccia. Oro rosso e argento candido, smalto, fuoco e i colori cangianti delle pietre, si svelano in uno stormo di luci e riflessi. Infine, i profili di cristallo dalla geometria decisa che custodiscono la trasparenza della materia nella pura eleganza della forma conducono alla panoramica visione della terrazza sullo Sciliar.
È un gioco con la materia che ne riscopre dimensioni e proprietà dimenticate nel tempo.