Milano Gallery Weekend: Galleria Fumagalli

Da quanto tempo è sul mercato che genere di arte tratta la Galleria Fumagalli?

Fondata nel 1971 a Bergamo, dal 1991 Galleria Fumagalli si è impegnata a sostenere e promuovere i migliori talenti artistici italiani e internazionali, sia attraverso un’intensa attività espositiva che con la pubblicazione di cataloghi. Negli ultimi 30 anni, ha presentato più di 90 mostre personali e 20 collettive, pubblicato oltre una cinquantina di volumi e collaborato con Musei e Istituzioni italiane e straniere. L’esperienza bergamasca ha richiamato negli anni ’90 e 2000 i maggiori artisti contemporanei italiani e internazionali, iniziando con un programma improntato all’Informale, all’Arte Astratta e alla Pittura Analitica e avviando in seguito collaborazioni con Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani. Significative sono state anche le collaborazioni con alcuni protagonisti dell’Arte Povera come Jannis Kounellis, Gilberto Zorio e Piero Gilardi e con artisti internazionali quali Kenneth Noland del gruppo artistico Color Field, Richard Wilson, Lawrence Carroll, Vito Acconci, Dennis Oppenheim e Maurizio Nannucci. Nel 2012 l’attività negli spazi espositivi di Bergamo si è conclusa a causa del forte richiamo del pubblico verso luoghi più centrali, più attivi e con più proposte culturali. Soprattutto negli ultimi anni Milano ha attirato, anche grazie alla presenza d’istituzioni, fondazioni private, fiere e musei, un pubblico internazionale di altissimo livello. E il centro della città è il luogo più adatto per usufruire delle proposte culturali e contribuire ad arricchirne la programmazione. Oltre alle collaborazioni già avviate a Bergamo con artisti più giovani come Peter Welz, Maria Elisabetta Novello e Chiara Lecca, negli ultimi anni di attività a Milano la galleria si è occupata dei maestri Anne e Patrick Poirier, Keith Sonnier, Marinus Boezem e tra gli emergenti Filippo Armellin, Mattia Bosco e Letizia Cariello della quale ospita attualmente la mostra personale SEVEN GATES.

Quali sono oggi gli strumenti usati per avvicinare il proprio pubblico?

Lo spazio fisico della galleria si propone non solo come una vetrina ma anche e soprattutto come un luogo d’incontro, dove artisti, collezionisti, amatori e colleghi possono ritrovarsi e condividere la proprie esperienze, a differenza dei tanti non-luoghi deputati dell’arte, come le fiere o le aste che spesso escludono o riducono al minimo i rapporti umani. Negli ultimi anni si è dimostrato necessario essere presenti anche nel mondo virtuale (dal sito internet, ai social alle piattaforme online che riuniscono gallerie e opere d’arte) e curare quotidianamente la trasmissione della propria immagine. La comunicazione ha sempre svolto un ruolo fondamentale, soprattutto oggi, nel definire e far sentire la propria voce e identità in un mondo che pare offrire qualsiasi cosa, e nel quale talvolta si cerca di essere indirizzati.

Quale autore trattato negli anni è stato più apprezzato dal pubblico?

Numerosi sono gli autori dei quali si è occupata la galleria nel corso degli ultimi trent’anni e che hanno dato soddisfazione al pubblico, sia dal punto di vista economico che puramente culturale. Facendo l’esempio di un artista che è stato esposto nella mostra di apertura della nuova sede della galleria a Milano, scegliemmo di lavorare con Enrico Castellani nel 1997 in un momento in cui nessuno si occupava del suo lavoro e nessuno comprava le sue opere. Oggi è diventato un top artist e le sue opere sono parte delle maggiori collezioni nazionali e internazionali.

Come vede oggi il mercato dell’arte in Italia e in particolare a Milano?

Il mercato dell’arte in Italia è sempre stato, e secondo me lo è tutt’oggi, molto condizionato del mercato mondiale, in primo luogo quello anglo-sassone. L’Italia si è rivelato un paese esterofilo e poco coraggioso nel compiere scelte autonome, anche rischiose, pur di seguire le tendenze di successo in piazze quali Londra e New York. In ogni caso, il mercato dell’arte è abbastanza stabile, affidabile e in crescita, nonostante la crisi. Il collezionismo si divide principalmente in due categorie: quello speculativo in cui le scelte principali ricadono sugli artisti di moda al momento dell’acquisto, e quello culturale per il quale le quotazioni di mercato non sono prioritarie ma lo è il talento dei giovani o il percorso culturale degli artisti già riconosciuti dalla critica. Per quanto riguarda le proposte artistiche della Galleria Fumagalli, come da tradizione non muovono da un interesse speculativo e commerciale, ma dalla capacità di riconoscere il valore degli artisti e di trasmettere l’energia dell’arte.

Milano Gallery Weekend, quali opportunità possono nascere da eventi di questo tipo?

Mi auguro che iniziative con Milano Gallery Weekend e Giornata del Contemporaneo possano raggiungere e coinvolgere un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo di potenziali appassionati d’arte e della cultura in generale, perché il nostro paese ha un passato ricco di storia ma è anche importante vivere nel presente, conoscere e dialogare nel contemporaneo. E per farlo il sostegno e la partecipazione, anche economica, del pubblico è un aspetto fondamentale.

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