Una settimana della moda vissuta in un regime di limitazione a causa delle regole imposte dalla pandemia Covid-19, che ha però portato in passerella importanti novità, in particolar modo le collezioni di cinque designer Bipoc.
Bipoc è un acronimo che sta per Black, Indigenous and People Of Colour, cinque stilisti attivi in Italia di origine africana. Si tratta di Gisèle Claudia Ntsama (Camerun – Como), Frida Kiza (Burundi – Fabriano), Mokodu Fall (Senegal – Roma), Karim Daoudi (Marrocco – San Mauro Pascoli) e Joy Meribe (Nigeria – Parma).
Michelle Francine Ngonmo, fondatrice e direttrice di Afro Fashion Week e da sette anni impegnata a costruire e strutturare la presenza afro sulla scena della moda milanese, li ha scelti “per il loro talento e anche per la varietà di stile e storia che ciascuno di loro incarna”.
Questa edizione della settimana della moda ha portato anche un’altra novità sul fronte multiculturale: l’istituzione da parte della Camera Nazionale della Moda Italiana di un gruppo di professionisti afroitaliani denominato We are Made in Italy. Ne fanno parte, oltre alla stessa Ngonmo, anche Stella Jean, Edward Buchanan, Veronica Costanza Ward, Celia Sears, Angelica Pesarini, Jordan Anderson.
Sono contenta che la macchina della moda italiana si stia aprendo finalmente alla multiculturalità
dice Ngonmo, che ha origini camerunesi ed è cresciuta e ha studiato in Italia.
[:]Quello a cui tengo veramente è che si riesca a fare insieme un lavoro di ricerca basato sulla qualità e che non ci si limiti al tokenismo, ossia al reclutamento di modelle o designer neri per dare un’idea di inclusività