Qualcosa di nuovo sulle espadrilles

È decisamente estate quando si iniziano a vedere in giro, in varie forme e colori, le Espadrille. La parola deriva dal francese, ma risale all’antico catalano “espardenya”, termine che indica la “esparto”, pianta mediterranea utilizzata per fare le speciali suole di queste scarpe.

Ci sono molte storie legate alle origini delle espadrille: qualcuno le fa datare al Medioevo, qualcuno le collega ai villaggi di pescatori della Spagna e del Portogallo, qualcuno persino agli antichi Romani. Il museo archeologico di Granada possiede un paio di espadrille rinvenute su resti umani all’interno della “cueva de los murielagos”, risalenti a circa 4000 anni. Questo sandalo leggero, fatto con corda di iuta o canapa intrecciata e con tessuto di lino, veniva portato intorno al XIII secolo dagli uomini di fanteria del Re degli Aragonesi. Ma l’unica cosa certa è che tutte le teorie sulle famose scarpe dalle suole di iuta o di canapa sono legate a Mauelon, una piccola città arroccata sui Pirenei, che ha mantenuto per anni il monopolio incontrastato nella produzione di espadrille. È grazie ai suoi abitanti emigrati in Argentina e in Sud America, che le espadrilles, sotto il nome basco di “alpargata”, hanno cominciato a diffondersi in tutto il mondo.

Nel paesi baschi, nella Francia sud-occidentale, esse sono state prodotte per generazioni. All’inizio del XIX secolo Mauléon cominciò a venderle in grandi quantità. Le prime persone a portarle furono i militari catalano-aragonesi e successivamente i sacerdoti. Intorno al 1880, la maggior parte delle espadrille erano vendute ai minatori, ma venivano esportate anche in Sud America. Tradizionalmente, l’alpargata era nera oppure veniva lasciata nel colore naturale del tessuto (la versione più leggera si indossava la domenica e quella più scura durante la settimana) e ogni regione fa l’alpargata nel suo modo unico e irripetibile.

Lauren Bacal

Le scarpe sono lavorate a mano dai locali dei villaggi vicini e raccolte porta a porta. Tra il 1850 e il 1880 il metodo di produzione è passato da quello tradizionale a quello pre-industriale. Dal 1880 in poi le espadrille furono prodotte in fabbriche con macchinari che furono via via adattati nel tempo.  Sul volgere del secolo i produttori di espadrille hanno goduto di un periodo di grande prosperità. Il mercato era spinto dalla domanda dalle miniere della Francia del Nord, dove ogni minatore aveva bisogno di un nuovo paio ogni settimana. Al momento di massima espansione c’erano trenta fabbriche nella regione della Soule dei Paesi Baschi francesi. Non c’erano abbastanza maestranze locali per fare tutto il lavoro, quindi le fabbriche reclutavano lavoratori stagionali provenienti dalla Spagna, in particolare da Navarra e Aragona, due regioni basche del versante spagnolo dei Pirenei. Un flusso di lavoratori stagionali raggiunse i Paesi baschi francesi a piedi tra il 1890 e il 1914. Fu il tempo chiamato delle “hirondelles” (rondini), giovani ragazze delle valli aragonesi che andavano a lavorare nelle fabbriche di espadrille tra la stagione autunnale e quella invernale. “Le rondini” arrivavano a maggio e ripartivano in autunno. Gli uomini tendevano a rimanere in Francia dopo che il lavoro stagionale era finito perché erano in grado di trovare lavoro come boscaioli, minatori e uomini di fatica. A Mauleon il numero di lavoratori che producevano le espadrille aumentò da 537 nel 1896 a 1.585 nel 1911. Di questi, 65-80% erano spagnoli, ma non c’era alcun risentimento nei loro confronti perché c’era moltissimo lavoro per tutti. La popolazione spagnola si stabilì principalmente in due aree di Mauleon, Licharre e Haute-ville e i fondatori di Megam ne faceva parte.

Le difficoltà per l’industria cominciarono a sorgere dopo la prima guerra mondiale. Erano cambiate le condizioni nelle miniere, che per evitare esplosioni erano tenute bagnate. Le suole di corda delle espadrille non erano più adatte. Di conseguenza, le calzature furono modificate con l’aggiunta di una suola in gomma.
Dopo un periodo nero, all’improvviso la popolarità delle espadrille esplose nuovamente: divennero alla moda negli Stati Uniti negli anni ’40. Il personaggio di Lauren Bacall nel film del 1948, «L’isola di corallo » (Key Largo), indossava espadrille legate alla caviglia. Nello stesso tempo diventarono il simbolo della scena politica in Argentina del movimento del lavoro dell’era Peron.
Intorno al 1950, la moda si evolse e questo costrinse i produttori di alpargata a reinventare la scarpa con un design più sofisticato, più adatto ai tempi. Questo contribuì, nel corso degli anni ’60, a un’ordinazione speciale di scarpe per le feste parigine da parte del più celebre stilista del tempo, Yves St-Laurent, che richiese delle espadrille con la zeppa, cosa che non era mai stato fatta prima. Improvvisamente, iniziarono a fare furore! Oggi, quasi tutte le donne che vivono in regioni meridionali hanno un paio di espadrilles con zeppe e nastri che si legano intorno alla caviglia. Negli anni ’80, la moda fu ripresa grazie al successo della serie televisiva americana “Miami Vice”, in cui Sonny (Don Johnson) e Rico (Philip Michael Thomas) apparivano indossandole.

Confortevoli, pratiche, colorate, adatte ad ogni abbigliamento, sono tornate con forza sulla scena della moda, per ottenere la consacrazione finale al Pitti 82. Veri e propri “must have” , continuano ad essere oggetto di revisione e rielaborazione da parte di grandi Maison di moda come Chanel e Marc Jacobs, Christian Louboutin e Miuccia Prada e molti altri. Dalle stelle di Hollywood alle fanatiche della moda, le espadrille adornano i piedi di tutti.

Oggi sono ancora molto popolari sia in Francia che in Spagna, soprattutto in estate. Sembrano piacere a causa della suola, che è al 100% naturale, si adatta alla forma del piede e permette alla pelle di respirare. La semplicità di questa scarpa la rende molto versatile e quindi facile da abbinare a stili diversi.
Oggi Mauleon è ancora il fulcro dell’industria delle espadrille. Pur in dimensioni ridotte rispetto al suo periodo di massimo splendore, continua a soddisfare una crescente domanda di un prodotto di alta qualità da parte di una clientela sempre più esigente. Le suole delle espadrille possono essere piatte, tipo zatteroni o con zeppe e sono fatte di fibra naturale. Le tomaie possono essere fatte in qualsiasi materiale e possono avere aperte o chiuse in punta e sul tallone, si possono infilare così come sono oppure legare alla caviglia con lacci. Sono in commercio migliaia di varietà di espadrille, dalle marche a buon mercato ai brand di alta qualità.

Un negozio di espadrile, con il relativo museo, si trova nella cittadina di Ossès, a circa 43 km a sud-est di Biarritz. Un grande risultato che racconta la storia di queste calzature, esponendo macchinari di produzione del XVIII secolo, quando le espadrille erano fatte a casa, fino ad oggi, passando per il 1900, “les temps modernes” con l’emergere di produttori e l’arrivo delle “hirondelles”, le giovani che attraversavano le montagne lungo il confine e andavano a lavorare a Mauléon. Naturalmente c’è uno spazio dedicato alla vendita di espadrille, dalle più classiche a quelle più contemporanee, in seta, pelle, classiche, eleganti, con le zeppe per le signore … Un grande successo, coronato dalla denominazione di Entreprise du Patrimoine Vivant (EPV), che premia efficienti aziende artigianali o industriali in grado di dare il loro contributo all’influenza economica e culturale della Francia. Un punto di riferimento per i consumatori, gli ospiti e i produttori e la garanzia di un know-how raro ed eccezionale. Il luogo è aperto dal 15 marzo al 15 ottobre.

by Elisabetta Calegari

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