L’incessante sperimentazione sui tessuti e le rivoluzioni del concetto moda, soprattutto nello sportswear, traghettandolo dagli anni Ottanta fino a quello contemporaneo. Intuizioni pionieristiche di una mente visionaria e poliedrica come quella di Massimo Osti, designer approdato al fashion system per caso, grazie ad un impiego da grafico.
Complice il fervore rivoluzionario della Bologna degli anni Settanta, Osti estende lo spirito ribelle dell’epoca all’abbigliamento, mettendo in discussione il convenzionale modo di vestirsi. L’obiettivo è chiaro: vuole sdoganare indumenti rigidi e aderenti da ogni costrizione per renderli funzionali e pratici. Ci riesce partendo da una delle tante idee come quella di tingere i vecchi capi per rigenerare il loro colore, frutto di uno sguardo verso le abitudini delle massaie italiane. O quella delle stampe serigrafiche per la label che fondò, Chester Perry (successivamente chiamato C.P. Company).
Brand di successo come Stone Island, l’altra label lanciata nel 1982, da sempre portavoce di ricerca tessile, design innovativo e funzione d’uso. Espressione del technowear d’avanguardia, oggi è ancora un fenomeno di culto anche tra le giovani generazioni.
Un progetto stilistico forte e riconoscibile, che trae origine dalle uniformi e degli abiti da lavoro, riviste in una nuova chiave funzionale. Protagonista nella ridefinizione dello sportwear, non riducibile solo a mera estetica, Stone Island coniuga expertise umana e tecnologia avanzata negli headquarters a Ravarino, nella provincia di Modena.
Trent’anni di percorso in divenire, di un’indagine continua sulla trasformazione di fibre e tessuti. Ne sono un esempio i capi outerwear in monofilamento di nylon, che deriva dagli innovativi mezzi per filtrare l’acqua, tele termosensibili e rifrangenti, feltri in Kevlar®, poliestere, solo per citarne alcuni.
E attraverso la collezione Autunno-Inverno 2019, il marchio dalla rosa dei venti come logo implementa il suo ricco heritage di materiali trattati. Questa volta l’unione tra l’esperienza del brand nelle tecniche di tintura in capo e la tecnologia all’avanguardia di ECCO® nella conciatura delle pelli è responsabile di una nuova collezione di abbigliamento e calzature.
La pelle è laminata ad un sottile tessuto non tessuto in Dyneema®, la fibra leggera più resistente e durevole al mondo.
Nella fase di produzione iniziale degli stivali, il processo Fluidform® di ECCO® trasforma il soffice e ammortizzante liquido Phorene® in una suola con profilo anatomico e lo integra direttamente alla tomaia in pelle, consentendo di finire le scarpe utilizzando il processo di tintura in capo ad alta temperatura di Stone Island.
Il gilet reversibile può essere indossato esponendo all’esterno il lato in pelle con patch in tessuto riflettente o il lato in Dyneema®, caratterizzato da una serie di fettucce diagonali in velcro e automatici per attaccarvi fino a quattro tasche in Naslan.
All’interno, secondo gilet staccabile imbottito in Naslan Light, indossabile da solo, con analoghe fettucce diagonali per applicare le tasche.[:]
