Maso Zambo. Due camere sotto le Grigne

Sono le montagne di Lecco, i giganti a cavallo della Valsassina e delle acque profonde del lago di Como. Leonardo da Vinci le definiva montagne pelate: tra il 1490 e il 1499 su incarico di Ludovico  Sforza Signore di Milano, Leonardo esplorò queste zone alla ricerca di miniere da cui estate i metalli per forgiare armi da guerra.  Fu talmente rapito dall’aspetto privo di vegetazione di queste vette che le inserì come sfondo in alcuni suoi dipinti famosi tra cui, si dice, la Gioconda e la Vergine delle Rocce
Maso Zambo

Sono le montagne di Lecco, i giganti a cavallo della Valsassina e delle acque profonde del lago di Como. Leonardo da Vinci le definiva montagne pelate: tra il 1490 e il 1499 su incarico di Ludovico  Sforza Signore di Milano, Leonardo esplorò queste zone alla ricerca di miniere da cui estate i metalli per forgiare armi da guerra.  Fu talmente rapito dall’aspetto privo di vegetazione di queste vette che le inserì come sfondo in alcuni suoi dipinti famosi tra cui, si dice, la Gioconda e la Vergine delle Rocce.

Maso Zambo

Un sentiero scende verso valle. A Maso Zambo ci si arriva così, una raffinatezza che si svela all’improvviso.

Maso, dal latino mansio (cioè dimora), indica l’azienda agricola. Nei secoli la parola maso indicava una proprietà fatta di case e terreni che veniva lasciata a un unico erede.

Maso Zambo, con un’estensione di 2 ettari e mezzo (in parte boschiva, per il resto a pascolo), sorge tra peri e meli, fichi e albicocchi, ciliegi, noci, melograni e, soprattutto, i castagni del bosco. A pochi metri c’è l’orto, i cui prodotti sono alla base del menu del ristorante e degli aromi  da cui vengono estratti gli olii essenziali per i trattamenti rigeneranti.

Maso Zambo

Zambo è il soprannome di Stefano Zambon, uomo raffinato che ha girato l’Italia e l’Europa per nutrirsi di cucina stellata e per scovare luoghi ospitali in cui dormire. Abbandonata la vita da manager, è tornato nei luoghi in cui villeggiava da sempre la sua famiglia materna: in Valsassina. Qui ha trovato le condizioni ideali per realizzare il suo sogno: un posto del cuore che riunisse tutte le sue passioni. Maso Zambo è il luogo dove accoglie un pubblico di fini intenditori con cui condividere il gusto per la bellezza, la bontà, la salute, il godimento, la libertà.

Maso Zambo

Cos’è allora Maso Zambo? Natura è ospitalità, tanto spazio verde all’aperto, il lusso semplice di due sole stanze per far sentire gli ospiti coccolati come a casa. Letti orientati a nord verso il panorama inquadrato dalle finestre, i colori della natura in tutte le tonalità stagionali,  legno della valle che avvolge interamente gli ambienti, bagni in suite con pareti di cristallo che amplificano la luce naturale, soffici parure in fibre naturali  a conferma della cura dedicata a ogni aspetto dell’ospitalità.

Maso Zambo

Un angolo segreto e nascosto, dove il tempo rallenta.

Nella spa l’aria profuma di cirmolo, l’acqua si fa vapore, il ghiaccio è blu, il fieno diventa terapeutico. Tutto è caldo, accogliente, semplicemente bello. Ci sono gettate di vapore agli olii essenziali (del Maso, ovviamente) per un ritrovato benessere. Dopo l’immersione nel caldo ci si può raffreddare con il ghiaccio della cascata oppure, nelle fredde serate invernali, rotolando nudi nella neve della Valsassina per poi scaldarsi, bicchiere in mano, al fuoco del braciere esterno.

Maso Zambo

Il piacere, al Maso, ha mille forme. Presso il Ristorante gastronomico di campagna, sospeso nel silenzio e a portata di voce dal Lago di Como, il rispetto della stagionalità è sacro.  In tavola vengono serviti solo cibi del Maso o di piccoli produttori locali. Le verdure dell’orto, le erbe aromatiche, il carrello dei formaggi, il pesce di lago, le zuppe, gli stufati e i lessi. La pasta fresca e i dolci sanno di uova freschissime – appena raccolte nel pollaio – o di marmellate alle fragoline selvatiche del bosco dietro l’angolo. Il tutto accompagnato dai migliori vini della cantina.

Maso Zambo è un un luogo dal quale non si vorrebbe mai più partire.

Maso Zambo[:]

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