Tschoetscherhof: sostenibilità, lusso ed eccellenza

Tschoetscherhof

Sostenibilità, lusso ed eccellenza: tre sostantivi di cui spesso abusiamo e che vanno molto di moda di questi tempi, ma a cui spesso non diamo un’interpretazione univoca. Cosa si intende veramente per eccellenza, lusso e sostenibilità?

Soprattutto alla luce dell’esperienza pandemica, non ancora totalmente superata, alcuni di questi termini hanno aggiunto sfumature di significati molto diversi a secondo di chi li esprime.

Abbiamo provato a porre questa semplice domanda ad alcuni piccoli imprenditori e vi presentiamo la prima delle interviste che abbiamo realizzato con Sara del   TSCHÖTSCHERHOF della Famiglia Jaider di Siusi allo Sciliar.

La sua risposta è spiazzante:

L’eccellenza per noi è semplicemente… il lavoro! Io sono nata in città ma con un grande amore per la natura e per i cavalli che mi ha spinto a cercare un luogo dove poter vivere seguendo le mie passioni… la mia vita qui al Tschötscherhof nasce così, in modo alquanto inaspettato.

Tschoetscherhof

Il maso è di proprietà della famiglia del mio compagno Andreas e io mi sono trasferita qui a vivere e a lavorare solo quando è nata la nostra prima figlia Isabel. Oggi di bimbi ne ho 3 e insieme all’amore di mamma è cresciuto anche, e tanto, l’amore per questo lavoro!

Questo risponde anche alla tua domanda rispetto a cosa significa oggi lusso per me: poter lavorare senza rinunciare a vedere crescere i miei bambini è ciò che io considero lusso!

Torniamo al concetto di eccellenza. In che senso ritieni che il lavoro possa essere un’eccellenza?

Per capire perché considero il lavoro il punto dell’eccellenza di questo posto basta osservare l’attività dei miei suoceri per una sola giornata…

Tschoetscherhof

Mia suocera Paula, si sveglia alla mattina presto per preparare la biancheria (che viene asciugata al sole… un profumo straordinario quello delle lenzuola asciugate al sole!), poi si occupa della colazione per i nostri ospiti (il maso ha 8 camere e un ristorante à la carte), poi va a dare l’acqua ai fiori (per annaffiare tutti i fiori della casa ci vuole circa un’ora), poi serve il pranzo.

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Al pomeriggio – se non ci sono imprevisti – va a riposare qualche minuto (solo qualche minuto, perché c’è sempre in giro qualche nipote che va a svegliarla…) poi un caffè, e infine alla sera di nuovo a servizio degli ospiti. L’amore con il quale cura ogni dettaglio della casa è lo stesso amore con cui guarda i suoi 13 nipoti.

Avrà sempre un sorriso per loro e anche per gli ospiti. Il lavoro sembra non pesarle anche se, per chi sta qui al Tschötscherhof, c’è continuamente qualcosa da fare.

Mentre Sara ci parla, suo suocero Michael ci raggiunge con un secchiello pieno di prugne che ha raccolto e appena snocciolato.

E’ il suo contributo di frutta fresca per il dolce alle prugne che i nostri ospiti consumeranno domattina a colazione.

Non ho ancora capito bene quale sia il loro segreto, forse la leggerezza e l’allegria che mettono nel fare tutto quello che fanno.

Vivere qui al Tschötscherhof significa avere l’onore e l’onere di conservare e portare avanti “l’eredità” della famiglia Jaider che è qui dal 1855  (ma la casa risale al 1494). Ciò che hanno costruito i nostri avi con l’aiuto di Dio vogliamo conservare e migliorare. Ci dedichiamo all’agricoltura, alla frutticoltura, alla coltivazione delle erbe nell’orto di casa e alleviamo il bestiame. A queste attività si aggiunge la viticoltura.

Tschoetscherhof

Cercare ogni giorno di fare del nostro meglio con quello che ci viene dato dal lavoro che svolgiamo nei campi e in fattoria per noi significa lavorare in modo sostenibile e non sprecare le materie prime è un modo per esprimere il rispetto per la natura che ci circonda e per gli animali che alleviamo.

Circa dieci anni fa, su iniziativa di mio suocero Michael, è stato creato anche un piccolo museo contadino per tener vivo il ricordo della vita contadina dei nostri antenati.

Non cerchiamo l’innovazione ad ogni costo, ma la conservazione delle cose buone.

La nostra filosofia si basa sulla sostenibilità e su di una cucina sana in cui vengono utilizzati i prodotti della regione.

Qui da noi ci sono per esempio le castagne solo quando maturano le castagne. Al momento ci sono le prugne, quando avrò le mele cotogne ci saranno quelle. Spesso gli ospiti mi chiedono se non ho prodotti che hanno assaggiato l’anno prima e a volte li devo deludere, perché i prodotti semplicemente ancora non sono maturi.

O magari il vino così buon dell’anno scorso è già finito e quello nuovo ancora non è imbottigliato! I vigneti del Tschötschhof esistevano già nello scorso secolo. Lo testimoniano il nome “Weingertacker” della campagna circostante, nonché la vite centenaria davanti alla casa.

Spesso la gente fa fatica a capire, però anche questo concetto del “non avere sempre tutto” è una caratteristica della nostra casa che considero un grande valore.

Tschoetscherhof

Questo rispetto della natura e delle tradizioni non significa però che non vogliamo innovare! Il Tschötscherhof è stato tra le prime case nella zona ad avere un proprio sito web, ad esempio. Al momento riscaldiamo casa con trucioli di legno, ma abbiamo già in programma di mettere pannelli solari. Sembra facile restare su questa linea della conservazione, ma non lo è!

I clienti sono esigenti e ci vuole a volte quasi coraggio a mettere sul menu un semplice piatto di uova patate e speck. Eppure quando poi sento il commento al ristorante “il Kaiserschmarren è proprio come lo faceva mia nonna”  mi sento felice e credo che sia la via giusta per mantenere la caratteristica di questo luogo. Un posto magico che ha tanta storia, che ti chiama e ti coinvolge.[:]

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