Non sono bastate crisi economiche, lockdown o pandemia: la passione per la moda di lusso non ha confini e non conosce battute d’arresto.
I dati parlano chiaro: una recente ricerca della Ellen MacArthur Foundation ha infatti rilevato che la produzione di capi di abbigliamento continua ad aumentare, nonostante la crisi e il calo significativo del numero di volte in cui indossiamo gli stessi abiti: -36%.
Moda sostenibile: cos’è davvero?
Il tema è diventato un vero e proprio trend: dai tessuti biologici alle nuove fibre nate da scarti o materiali riciclati fino al vintage e al fenomeno del second hand, tutti i marchi più prestigiosi hanno ormai adottato una filosofia ecofriendly, senza rinunciare al lusso.
Ecco perché nomi di grande spicco nel mondo del fashion luxury si sono fatti da tempo portavoce di questa nuova tendenza.
Basti pensare a Stella McCartney con le sue collezioni create con pelle vegana o a Gucci Vault, il portale che spiega al pubblico tutte le iniziative messe in campo dalla maison a favore dell’ambiente e della produzione responsabile.
Capi di seconda mano? Ecco che Valentino Vintage abbraccia il second hand e li rivaluta, dando nuova vita alle creazioni delle collezioni precedenti.
4sustainability: il marchio che certifica i marchi
Dalle parole ai fatti: ecco la mission di 4sustainability, il sistema e marchio che attesta le performance di sostenibilità della filiera del fashion & luxury fondato da Francesca Rulli.
L’urgenza di creare nuovi modelli di business e produzione emerge chiaramente dalle ricerche del marchio: il settore del fashion è tra i più inquinanti al mondo e serve davvero una profonda riflessione per cambiare il fashion system dalle radici.
La pandemia e la recentissima guerra hanno improvvisamente messo di fronte al fatto che senza un’energica virata verso le energie rinnovabili e la produzione sostenibile, la filiera del lusso e della moda potrebbero subire uno stop inaspettato.[:]
