Visitare lโAtelier di Roger Corona รจ una delle prime cose che si possono fare arrivando a Milano. Si trova a pochi passi dalla Stazione Centrale, in prossimitร dello storico hotel Excelsior Gallia, sinonimo di ospitalitร di alta classe.
Quella di Roger Corona รจ unโaccoglienza ricca di cordialitร . Le sue belle maniere si uniscono a un residuo di pronuncia francese che ancora si coglie nel suo tono di voce amabile e garbato.
Roger รจ nato a Marsiglia. Trasferitosi poi a Firenze con la famiglia, arriva a Milano dopo un percorso da dirigente in Fiat. Con la sua affabilitร e anche con un pizzico di timidezza, Roger si guadagna presto lโepiteto di gentlemen, un perfetto biglietto da visita per raccontare la sua visione raffinata del corpo in fotografia.
Entrando, giร qualcosa che non ti aspetti. La sua collezione privata IO & IO (1993), dodici ritratti di maestri della pittura, tutti di area milanese, che si sono reinterpretati intervenendo con il proprio stile sulla stampa fotografica.
ritroviamo tra i Maestri Getulio Alviani, Eugenio Carmi, Bruno Munari, Arnaldo Pomodoro, Luigi Veronesi, Agostino Bonalumi.
Invece del solito antagonismo tra fotografia e pittura, Roger Corona ha preferito unโalleanza. Un lavoro di introspezione.
Uno degli ultimi lavori, ma tra i primi che si vedono entrando in studio, รจ ย Les Femmes de la Lune opere a quattro mani, connubio tra fotografia e scultura, che nasce dallโamicizia con la scultrice del ferro Vivide Mantero.
Roger e Vivide si sono conosciuti nel 2003 a Zanzibar, sulla spiaggia di Kiwengwa, dove Vivide aveva il suo laboratorio e Roger stava realizzando un servizio fotografico per un noto tour operator italiano.
Col tempo lโincontro si รจ trasformato in una solida amicizia che ha unito anche le loro due arti, in apparenza inconciliabili. La fotografia รจ bidimensionale, materiale fragile e deperibile. Il ferro รจ tridimensionale, duro ed indistruttibile. Eppure scolpiscono entrambi, con materiali sia pure diversi: Roger le forme con la luce, Vivide il ferro che recupera da oggetti di scarto. E da lรฌ lโidea. Vestire di duro ferro i ritratti nudi di Roger.
Una teca attira la curiositร degli ospiti dello studio. Un paio di manette di peluche rosa, simbolo di provocazione e trasgressione, ci riportano indietro di venticinque anni. Era infatti il 1995 quando Roger Corona ha realizzato una delle immagini piรน iconiche, giocose e impertinenti delle pubblicitร degli anni โ90.
La campagna per Elio Fiorucci,ย precursore della figura moderna del cool hunter, visionario, inventore dei primi concept store, negozi dove lo shopping non รจ solo acquisto ma divertimento e stile di vita.
La Campagna venne accusata di oltraggio al pudore.
La censura lo accusa, lui, Fiorucci risponde:
La volgaritร non si misura in centimetri di vestito. Siamo nati nudi, il vestito รจ ipocrisia. Nella mia vita ho sempre cercato di svolgarizzare il nudo inneggiando alla libertร del corpo
Per Roger Corona รจ sempre stato cosรฌ: nellโ ottobre del 1993 la rivista francese Photo pubblicava il portfolio โFemmes Extrรชmesโ, diventato poi libro nel 1994.
Corona racconta:
Questi ritratti di personaggi dellโhardcore, vogliono essere lโincontro tra due mondi: il mondo soft della bellezza, della moda, del nudo artistico e quello hard della pornografia, del sesso esplicito, dello scandalo. Per anni ho fotografato il corpo, la bellezza delle modelle. In questo lavoro ho spostato lโobiettivo sulle pornostar icone degli anni โ90, senza cambiare la mia poetica, il mio stile. Tenendo tesa lโevanescente linea di confine tra erotismo e pornografia, volevo rigore e pulizia.ย La cerco anche nella vita
Il corpo รจ la sfida piรน terribile che si possa affrontare, soprattutto nella contemporanea societร dellโimmagine, in cui il corpo รจ soggetto imperante immanente, sempre piรน spesso tramite per messaggi incongruenti e diffusi
scrive la Professoressa Giuliana Scimรฉ, una delle piรน conosciute e autorevoli storiche e critiche della fotografia.
Roger ha saputo elaborare uno stile personalissimo e originale. Si esprime con gusto raffinato e colto, nemmeno la piรน vaga delle volgaritร inquina la sua ricerca
Un gioco di fantasie calate nel rigore dellโimpianto compositivo, in un pattern geometricoย (dal titolo del suo libro del 2017) in cui il corpo racchiude ogni forma.
Persino le immagini che si possono considerare forti e trasgressive si ammirano per lโarmonia estetica. A volte lโelezione del dettaglio รจ bizzarra e anticonformista. Segno di una grande capacitร inventiva
Affascinanti sono, inoltre, certe sue immagini che trattano il corpo quale astrazione: le forme, sono di difficile riconoscimento, o richiedono una studiata attenzione obbligando alla riflessione su ciรฒ che diamo per scontato e ben noto. [โฆ] Il complesso del suo lavoro deve essere visto quale poetico omaggio allโarmonia
La liberatoria contemplazione della bellezza di cui si fa esperienza nel suo studio, รจ il dono di Roger Corona: uno stimolo per continuare a coltivare la gentilezza e lโarmonia.
Il suo Atelier, dove insieme a Lidia Zaccaro, sua storica assistente, oggi responsabile dellโArchivio, custodisce uno straordinario archivio di oltre quarantโanni di lavoro, cheย ci raccontano moltissimo di lui.
Roger Corona รจ il fotografo della bellezza.
Nella professione di fotografo ha realizzato campagne entrate ormai a far parte dellโimmaginario collettivo. Tra queste la famosa campagna Fiorucci (1995) o la campagna A. Testoni vincitrice del premio Internazionale a New York come miglior pubblicitร dellโanno (1997).
Ha lavorato per brand nazionali e internazionali tra i quali:
Estรฉe Lauder, LโOreal Paris, Wella, Ferragamo, Gai Mattiolo, Alviero Martini, Rodo, Diego dalla Palma, Triumph, Lovable, Zepter International.
Ha pubblicato su testate italiane e straniere:
Amica, Anna, Gioia, Marie Claire, Max, Lโ Espresso, Harperโs Bazaar, Votre Beautรจ, Biba, Photo France.
Al lavoro publi-redazionale unisce da sempre un impegno attivo nel campo della ricerca fotografica.