L’arte della bellezza in una collezione unica di oreficeria da scoprire.
Gianmaria Buccellati, ammirato gioielliere e creatore in tutto il mondo, ha istituito la sua omonima fondazione con la moglie nel 2008. Oggi, Rosa Maria Bresciani Buccellati la guida con lo scopo di conservare e valorizzare la straordinaria testimonianza artistica e culturale del marito, attraverso le epoche.
“Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo”, Virginia Woolf. Se però, a volte, quei libri vengono aperti, fiumi di parole escono e invadono chi legge. Nasce la scoperta di attimi unici che vale la pena ricordare. Un po’ come per gli oggetti chiusi nei caveau, rimasti lì nel loro silenzio alla ricerca di una luce che li faccia tornare a brillare. Opere che raccontano un passato, ma che sono storia. E che diventano sinonimo di un bello che non è soggetto al tempo, un bello che è per sempre.
Oggi, con il rapido e costante progresso delle innovazioni tecnologiche, è sempre più complesso dare il giusto apprezzamento alle cose, perché dopo poco possono divenire obsolete. Allora, cresce la necessità di rifugiare l’anima e lo sguardo nelle opere d’arte concepite con il solo scopo di creare bellezza.
Questa consapevolezza del potere salvifico della bellezza fu uno dei tratti distintivi di Gianmaria Buccellati, imprenditore e creatore, figlio dell’orafo milanese Mario Buccellati che, con la prima boutique inaugurata accanto al Teatro alla Scala nel 1919, fu uno dei nomi di riferimento della gioielleria italiana del Novecento.
Più tardi, fu grazie alla capacità creativa e alla leadership di Gianmaria, carismatico e visionario, che il marchio Buccellati venne poi consacrato nel mondo dell’haute joaillerie internazionale. Unico maître joaillier italiano nella Place Vendôme parigina dal 1979 fino agli anni dieci del 2000, Gianmaria Buccellati aveva saputo consolidare nelle sue creazioni uno stile unico, fortemente ancorato agli stilemi artistici del Rinascimento e del Barocco italiano, rivitalizzando la preziosissima tradizione orafa milanese nel mondo contemporaneo.
Le trasparenze dei ricami riprodotte nel traforo a tulle, le proporzioni dei volumi, l’unicità dei giochi cromatici e la straordinaria varietà dei soggetti, sono alcune delle caratteristiche delle creazioni di Gianmaria Buccellati apprezzate nelle boutique in tutto il mondo, dalla California al Giappone. “Ricordo che Gianmaria disegnava su qualsiasi cosa perché era un appassionato osservatore della vita e ciò che osservava sovente diveniva fonte d’ispirazione per uno dei suoi capolavori”, ci ha raccontato la moglie, Rosa Maria Bresciani Buccellati.
Se i suoi gioielli erano inseriti nel flusso dinamico dell’impresa, e dal disegno si materializzavano nelle vetrine, Gianmaria concretizzò la sua ricerca artistica dedicandosi anche a creazioni che rispondevano a una logica completamente diversa. Profondo conoscitore dell’arte, non solo quella orafa, Gianmaria Buccellati concepì un corpus di opere d’arte orafa che intitolò “Oggetti Preziosi” e che non destinò mai alla vendita, poiché rappresentavano la trasposizione tangibile di un valore artistico immateriale destinato a vincere la sfida del tempo. Coppe preziosissime, scrigni incantevoli, calici e urne ispirati a ritrovamenti romani.
Tutto nacque nel 1968, quando Gianmaria visitò il famoso Tesoro dei Granduchi custodito a Palazzo Pitti a Firenze. Lì ebbe per la prima volta l’idea di questa straordinaria collezione: creò per primo lo Scrigno Mediceo, un prezioso manufatto di forma decagonale realizzato con tecniche rinascimentali e medicee in particolare. Da quel momento in poi non si fermò più e continuò ad ampliare la collezione con altre sorprendenti opere d’arte, che in seguito furono esposte in alcuni dei più prestigiosi musei e istituzioni culturali al mondo, tra cui lo Smithsonian Institution di Washington, il Royal Ontario Museum di Toronto e i Musei del Cremlino di Mosca.
La vita poi regala grandi emozioni e nel 2014, le sale dello stesso museo che fu la fonte originaria di ispirazione, Palazzo Pitti, hanno ospitato la mostra “I tesori della Fondazione Buccellati” nata dalla collaborazione tra la Fondazione Gianmaria Buccellati e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. “Ha saputo chiudere questo cerchio: ha iniziato da Palazzo Pitti con questa idea ed è arrivato con le opere da lui donate alla Fondazione, a fare un’esposizione in questo stesso luogo”, ha commentato la moglie.
Oggi la collezione degli “Oggetti Preziosi”, arricchita di alcuni dei gioielli iconici a firma di Gianmaria Buccellati, è preservata e tutelata dalla Fondazione Gianmaria Buccellati che Gianmaria istituì nel 2008 insieme alla moglie. Con la scomparsa di Gianmaria nel 2015, oggi è Rosa Maria Bresciani Buccellati a guidarla, perseguendo lo scopo di conservare e valorizzare la straordinaria testimonianza artistica e culturale di Gianmaria e del padre nella storia dell’arte orafa mondiale, con l’obiettivo di promuovere i valori creativi, estetici ed etici delle opere della sua collezione.
Una collezione unica, con una varietà ineguagliabile di gioielli, oggetti ornamentali e disegni preparatori originali, che esprimono l’incredibile abilità nell’applicare le tecniche orafe antiche, la profonda conoscenza delle diverse espressioni artistiche da cui trarre ispirazione per disegnare oggetti sempre inediti, la passione unica per un lavoro che si fonde con la propria personalità e gli eventi di tutta una vita.
La sua mente visionaria e la sua capacità di portare l’arte orafa in tutto il mondo, infatti, vivono ancora oggi proprio grazie alla Fondazione che ha come fine la cura e la diffusione del suo patrimonio artistico, lo studio, la ricerca e la conservazione delle tecniche orafe e incisorie dei secoli XVI, XVII e XVIII. Delle opere straordinarie che, come racconta Rosa Maria, non hanno una fissa dimora, ma anche loro, come Gianmaria, sono cittadini del mondo. Però il desiderio di trovare loro una casa c’è. “Mi piacerebbe trovare un luogo adatto per queste opere, sarebbe bellissimo vederle esposte come parte di una collezione permanente di un museo”, chiosa la Presidente della Fondazione. Il suo lavoro, il creare nuove opere “era la sua vita, la sua passione”. La bellezza non può essere messa facilmente da parte, non può essere un ricordo iscritto in un libro chiuso, deve vivere alla luce del sole e diventare memoria comune. Perché la vera bellezza non è solo qualcosa che dura nel tempo, è qualcosa di vivo libero dal concetto spazio-tempo degli umani – che si eleva quasi a qualcosa di divino, a un’entità che è per sempre. Come le opere della Fondazione Gianmaria Buccellati.