Marina Di Guardo, le parole sanno cambiare la vita

Marina Di Guardo scrive da quando è bambina, un talento sopito, un fuoco sotto le braci che prende forma quando, da adulta, trova le parole per scrivere il suo primo romanzo, nel 2010. Un talento rivelato attraverso un sequenza di pubblicazioni molto diverse tra loro, una maturità stilistica che si tocca con mano leggendo i suoi romanzi e che oggi sembra aver trovato la sua vera natura.
marina di guardo ferragni

Marina Di Guardo scrive da quando era bambina, un talento sopito, un fuoco sotto le braci che prende forma quando, da adulta, trova le parole per scrivere il suo primo romanzo, nel 2010.

Marina, un talento rivelato attraverso un sequenza di pubblicazioni molto diverse tra loro, una maturità stilistica che si tocca con mano leggendo i suoi romanzi e che oggi sembra aver trovato la sua vera natura.

Scrivere per me è davvero molto importante. Da eterna insicura non pensavo che sarei riuscita a farcela anche se ho avuto sempre il sostegno delle mie ragazze che mi hanno spronata e incoraggiata.

Il mio primo romanzo, un dramma relazionale, l’ho inviato a diverse case editrici, di differenti dimensioni facendo attenzione che gli elementi di valutazione fossero qualitativi, che venisse analizzato il valore dell’opera. Dopo cinque mesi mi ha risposto un casa editrice molto seria, Nulla Die e nel 2012 finalmente le mie parole sono state pubblicate con il romanzo L’inganno della Seduzione.

Una prova importante per acquisire maggiore sicurezza in se stessa?

Certamente! Era importantissimo per me essere valutata e il successo del romanzo mi ha dato grande forza per proseguire nella mia attività di scrittrice.

marina di guardo ferragni

 

Il suo stile è, diciamo così, maturato attraverso la consapevolezza delle sue capacità, e oggi ogni pubblicazione riceve ottime recensioni e successo di pubblico.

Nasco con drammi relazionali che caratterizzano i miei primi due romanzi. Non mi spezzi le ali ha avuto un grande successo e il finale sconfinava nel genere noir. Un finale sorprendente, inatteso che grazie al supporto e al sostegno di un caro amico, Sergio Altieri che mi ha aiutato e consigliato dando un grande impulso alla mia carriera artistica, si è trasformato in una caratteristica distintiva, portandomi verso il thriller noir.

Bambole gemelle è il risultato di questo cambiamento stilistico?

Decisamente. Ho acquisito fiducia in me stessa e maggior sicurezza nelle mie capacità scrivendo un romanzo cupo a tratti claustrofobico che è stato pubblicato da Feltrinelli ed incluso in una collana digitale che raccoglie autori come Erri De Luca, Banana Yoshimoto, Stefano Benni… è stato un grande onore per me essere presente in questa raccolta.

marina di guardo ferragni

Il suo romanzo Frozen body sembra quasi predire ciò che è accaduto al mondo con la pandemia coronavirus…

Non proprio, certo anche nel mio libro, ambientato nel futuro, racconto di un morbo che trasforma chi viene colpito in uno zombi. La struttura del romanzo distopico è molto interessante, racconta di società orribili e inquietanti, che spesso esasperano la realtà che viviamo.

Come ha vissuto questo momento di isolamento e di distanza sociale?

Come penso la maggior parte delle persone ho vissuto questi mesi in modo angosciante, impaurita e stupefatta.

Il fatto di non vedere i miei cari, le miei figlie con cui ho un rapporto profondo e davvero speciale ed essere limitata nella mia libertà, mi ha fatto paura.

Il Covid ha davvero creato il panico. Ascoltando e guardando i servizi televisivi si percepiva l’angoscia e l’incredulità dei reporter, dei giornalisti, che cercavano un modo di raccontare ciò che stava accadendo ma erano loro stessi vittime della paura.

Abbiamo sentito spesso parlare di epidemie incredibili, penso all’ebola o alla Sars, ma erano in qualche modo così lontane da noi da non crearci paura.

Penso a tutte le persone che hanno lasciato questa vita ed è inevitabile essere tristi.

Marina, c’è un tema, quello della violenza sulle donne, per il quale sei molto impegnata, come hai insegnato alle tue figlie come prendersi cura di sé?

E’ un tema che mi è molto caro e che ho trattato in particolare nel mio libro Come è giusto che sia.

Alle mie ragazze, Valentina, Chiara e Francesca, ho sempre spiegato che non si deve mai accettare qualcosa che possa essere al di fuori dell’amore vero. L’elemento veramente imprescindibile è il rispetto. E’ qualcosa che dovrebbe essere insegnato ai propri figli ogni giorno.

Quali sono i suoi autori preferiti?

Amo molto Sergio Altieri a cui devo davvero molto.

I suoi suggerimenti, il suo capire cosa volevo esprimere, mi ha dato gli strumenti per scrivere, per questo ho dedicato a lui i miei ultimi due libri.

Amo Oscar Wilde, Pirandello, Edgar Alan Poe…

Marina quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il mio futuro è scrivere, ma sono molto contenta per due nuovi progetti che partono proprio dal mio lavoro editoriale.

Per il libro Come è giusto che sia sarà realizzata una serie televisiva mentre per La memoria dei corpi  viene realizzato un film, da una casa di produzione statunitense. Quando scrivo sviluppo la trama proprio come un film, vedo i personaggi agire, creo per loro una identità visiva, uno stile, senza scendere però troppo nei dettagli, per consentire al lettore di sviluppare la propria immaginazione.

marina di guardo ferragni

Sono davvero felice che queste caratteristiche del mio stile narrativo prendano forma attraverso il racconto per immagini, un’arte, quella della cinematografia, che amo moltissimo.

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