Paolo Berlusconi, nel nome del successo

Nella sua iconografia più classica, Paolo Berlusconi è sempre ritratto con il sigaro, i capelli tirati indietro e gli occhiali. Fratello minore di Silvio, Paolo ha dovuto lottare contro la personalità dirompente del primogenito di casa Berlusconi per essere riconosciuto per se stesso e non il “fratello di”. Si dice che un giorno gli chiesero: «Come sta la mamma di suo fratello?» e se è leggenda metropolitana o verità, si sorride di una simile battuta che aiuta a restituire più luce a chi rischiava d’essere illuminato solo per riflesso.

Imprenditore e editore di successo, lo incontriamo a Roma, la sua seconda casa dopo Milano, e gli chiediamo, visti i suoi natali e la sua carriera, cos’ è per lui l’eccellenza. Sorridendo, ci risponde: «Una volta l’eccellenza era il Milan… Oggi siamo nel pieno dell’Expo che, come sappiamo, è una vera e propria vetrina per l’Italia e la città di Milano. È una grande opportunità anche per i numerosi paesi che vi partecipano e speriamo si possa trovare un modo per “nutrire il Pianeta” come vuole il tema, proprio con l’ impegno di tutti. Per quanto riguarda cos’ è per me l’eccellenza, se lo riferiamo all’Italia, potrei citare quelle piccole e medie imprese locali, ma anche le più grandi, che si occupano egregiamente del settore tecnologico e informatico.  Poi penso all’eccellenza del made in Italy in generale: la nautica, l’alta moda, l’agroalimentare con le migliaia di prodotti tutelati e che hanno ottenuto riconoscimenti che tutto il mondo ci invidia».

«Expo durerà sei mesi, pensa che ci saranno risultati che andranno oltre questo periodo di tempo?»

«Dipenderà da molti fattori… Ho potuto constatare che l’inaugurazione dell’Expo è stata all’altezza delle aspettative, nonostante i mille ostacoli e le difficoltà che si pensava potessero pregiudicarne il completamento finale. La lotta per arrivare a terminare le strutture di Expo, mi fa pensare che gli altri potranno essere più organizzati, ma noi italiani siamo unici».

«A proposito di imprese informatiche italiane e di tecnologia all’avanguardia, qual è il suo rapporto con i nuovi media e soprattutto con i social?»

«Il continuo progresso della comunicazione ha modificato profondamente il nostro stile di vita. Fra poco avremo anche la moneta virtuale… Devo ammettere che qualche problema con i social l’ho avuto. Mi ero iscritto a Facebook, poi ho preferito togliere la mia pagina. Per la mia corrispondenza o per leggere le informazioni utilizzo Internet, ai miei figli e ai miei nipoti lascio l’uso dei social!».

«Quali tratti sente di aver in comune con suo fratello Silvio?»

«Abbiamo ereditato dai nostri genitori la caratteristica di essere iperattivi e di avere sempre voglia di andare avanti e di lottare nonostante il trascorrere del tempo. Un consiglio a tutti: evitate le rimpatriate con i compagni di scuola, ecco, in quelle occasioni emerge come il tempo sia tiranno!».

«Pensando ai suoi figli e ai suoi nipoti, a un giovane che volesse diventare imprenditore, quali consigli si sentirebbe di dare?»

«Pur avendo avuto grandi soddisfazioni come imprenditore, non mi sento di dare consigli, ma voglio dirvi quello che Silvio ha sempre detto a me: a scuola devi puntare al 10 e non al 6 allora è probabile che avrai 8. Nella vita contano: l’impegno e la dedizione continua; non perdere mai di vista il proprio obiettivo; avere delle sane ambizioni; scegliere attentamente i propri collaboratori ma soprattutto gratificarli nel momento del successo».

«Lei è, come si dice, un arrivato che dalla vita ha avuto tutto o quasi, oggi ha ancora qualche sogno nel cassetto?»

«Certo, meglio avere sogni che ricordi! E il mio cassetto dei sogni è grande perché ne deve contenere tanti… Non per me o la mia generazione, ma per i nostri figli e nipoti. Siamo fortunati a essere nati in un paese libero come l’Italia, vorrei però che il mio Paese potesse rilanciarsi per ricoprire, fra le altre potenze europee e mondiali, un ruolo di primo piano».

 

 

 

 

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