Una bella responsabilità quella di chiudere le fashion week della stagione Spring Summer 2020, non solo perché è il culmine di quattro settimane di tour mondiale tra i brand di moda, ma decisiva perché apre le porte alle tendenze del nuovo decennio.
Il compito è spettato a Louis Vuitton guidato da Nicolas Ghesquière, da sei anni direttore creativo della linea womenswear, che ha consegnato l’ultima giornata della parentesi moda estate attraverso un emotional show nella cornice del Museo del Louvre.
Il percorso dello stilista francese è costellato da avventure di successo, come da Balenciaga, scandito da visioni avanguardiste combinate alla capacità di rimanere fedele al dna dei marchi di cui ha raccolto l’eredità. Genio poliedrico del fashion biz, era stato designato dalla giornalista Suzy Menkes come il leader dei creativi della sua generazione.
Chez Vuitton, per la collezione estiva 2020, Ghesquière si è guardato indietro tuffandosi nel passato glorioso della Francia, quello della Belle Époque. Un periodo cruciale per il paese che non solo coincideva con la nascita della maison Louis Vuitton, ma pullulava di progressi tecnologici e l’avvento di esposizioni universali, tra una delle quali fu mostrata per la prima volta la Tour Eiffel.
Fa parte della storia francese che è molto interessante nell’arte, oltre che culturalmente, in termini di emancipazione delle donne e, naturalmente, in letteratura con Proust
Allineata all’esprit du temps dove si viveva un illusorio stato di benessere, la passerella di Louis Vuitton è stata in grado di evocare a pieno titolo il clima vibrante e l’aura creativa di fine Ottocento e di celebrare quel gusto estetico massimalista votato agli orpelli e ai volumi.
Le proposte Spring Summer 2020 della label erano gremite di tocchi Art Nouveau contaminati con echi ‘80s : dalle maniche a sbuffo, pattern geometrici, stampe come il viso angelico dipinto a mano sulla giacca in pelle, alla mini borsa a forma di VHS, pezzo che sicuramente vedremo spuntare nel feed di Instagram. A proposito di accessori, non mancano le borse monogram stampate con pile di vecchi film dal titolo modificato: Terminator diventa Trunkinator, Thelma e Louise si tramuta in Gaston e Louis (perché Gaston Louis Vuitton era al vertice della terza generazione della miason).
Una chiusura in bellezza, ad alto tasso di emotività e con un po’ di suspense per la prossima sessione di fashion week.[:]