Il gruppo italiano della famiglia Vitelli mostra progressi spettacolari.
Con 167 yacht attualmente in costruzione, pari a circa 6.014 metri, e un portafoglio ordini completo fino al 2027, il gruppo Azimut-Benetti può gioire delle sue scelte strategiche in termini di innovazione e design.
Sono lontani i tempi in cui Paolo Vitelli, allora studente, apriva di nascosto un locale notturno a Torino. L’anno è il 1969, Paolo Vitelli ha 20 anni e la sua famiglia è all’oscuro delle sue attività notturne. Ben presto vende il suo locale notturno per creare Azimut, che noleggiava e vendeva barche a vela. La storia si muoverà poi, alla stessa velocità dei venti che riempiono le vele delle barche straniere che distribuisce per prime in Italia. In seguito, ha progettato le proprie unità, che ha subappaltato ai cantieri navali, prima di rilevare finalmente nel 1985 Benetti, il leggendario marchio fondato a Viareggio.
Le ragioni del successo? Sicuramente la visione del suo creatore che ha saputo imporre il suo tocco italiano circondandosi dei più grandi designer dei primi anni. Nel 1974 con Bernard Olesinski che darà forma ai famosi yacht Princess, poi John Benett, o ancora Stefano Righini, che lascerà un segno indissolubile come Azimut. Ma è anche la tecnologia a garantire la sostenibilità del gruppo. Nel 1990, il gruppo è stato il primo a introdurre scafi in vetroresina di 30 metri.
Oggi, l’azienda è decisamente concentrata sulle nuove tecnologie e sulle soluzioni per ridurre l’impatto ambientale. Ora è Giovanna Vitelli, figlia di Paolo, a presiedere il gruppo Azimut-Benetti, che continua la sua fulminea ascesa.
Il gruppo detiene il 14% della produzione mondiale: “Quando il mare frutta, la terra frutta”.
Di Jean-François Gourdon