Guidare una motocicletta non ha niente a che fare con la velocità. È un’esperienza intensissima di libertà psichica e fisica
John Berger
Mercoledì 3 aprile alle ore 19.00 alla Fondazione Sozzani, Maria Nadotti, in conversazione con Benedetta Marietti e Michele Lupi, presenta il libro “Sulla motocicletta”, scritto da John Berger(1926-2017), corredato da sue illustrazioni e pubblicato da Neri Pozza nella collana Piccola Biblioteca.
Amorevolmente curato da Maria Nadotti, questo libro è un omaggio all’arte di guidare la motocicletta secondo John Berger, offerto a tutti coloro che ne condividono in qualche modo l’«esperienza di libertà». John Berger (1926-2017), noto in tutto il mondo come critico d’arte, poeta, narratore, era anche sceneggiatore cinematografico, autore teatrale e disegnatore.
Con la sua meccanica e le sue due instabili ruote, la moto è, per Berger, mezzo di trasporto d’elezione, ma anche metafora, esca al lavoro congiunto di corpo e mente, strumento di ricerca e di piacere che implica costantemente una perfetta coincidenza tra occhio e mente, mano e cuore. Guidare una moto, per Berger
è un’esperienza intensissima di libertà psichica e fisica poiché è un’arte che differisce da ogni altro tipo di guida
In moto, se si vuole continuare a vivere, non si pensa ad altro oltre quello che c’è
Nel 2002, in un’intervista a una stazione radio di Los Angeles, John Berger descrive così la sua passione per la motocicletta, nata durante il servizio militare e mai abbandonata, tanto che quasi novantenne dava ancora lezioni di guida alla giovane figlia di Tilda Swinton.