Harrods, Selfridges e Liberty: tre marchi inglesi al top per l’experience

Harrods, Selfridges e Liberty guidano la classifica dei top five store più produttivi a livello internazionale. Lo rivela un sondaggio effettuato da GlobalData in collaborazione con lo studio di architettura londinese Sybarite
Liberty London
Liberty London

HarrodsSelfridges e Liberty guidano la classifica dei top five store più produttivi a livello internazionale. Lo rivela un sondaggio effettuato da GlobalData in collaborazione con lo studio di architettura londinese Sybarite.

La capacità di differenziarsi e l’abilità nell’offrire una shopping experience unica sono gli argomenti vincenti per il successo delle insegne selezionate, che sempre più mixano le esperienze fisiche con quelle digitali, scommettendo su un’offerta di prodotto diversificata.

Liberty London
Liberty London

A fare la differenza è la lungimiranza in materia di investimenti, aspetto tanto più importante in un momento in cui la penetrazione dell’online cresce costantemente e in cui i brand del lusso pongono sempre maggiore enfasi sui loro negozi monomarca.

Come riferisce wwd.com, nell’anno chiuso a febbraio 2018 gli investimenti sul fronte dei servizi esperienziali effettuati da Selfridges hanno fatto crescere il fatturato dell’insegna dell’11,5%, mentre Liberty ha registrato un incremento dell’8,1% e Harrods del 6,8%.

Liberty inside London
Liberty inside London

Secondo Joseph Robinson, retail consulting director di GlobalData, Selfridges è al primo posto sul fronte dell’experience: «L’esempio di un retailer che non ha paura di osare e di differenziarsi. Il Corner Shop, un pop up settimanale, aiuta a catturare l’interesse dei consumatori e rappresenta un motivo per visitare ogni settimana il department store», ha spiegato.

Fra i retailer nella graduatoria figura anche il department store cinese Shin Kong Place, progettato da Sybarite, che ha fatto leva sullo shopping esperienziale, offrendo un’attenta selezione di marchi locali, internazionali e di etichette di lifestyle.

Una sfida importante in uno scenario retail in cui lo shopping cinese continua a essere concentrato soprattutto all’estero. Secondo il report, oltre 6,3 milioni di cinesi si sono messi in viaggio per il capodanno cinese e i negozianti ne hanno approfittato.

Via Montenapoleone è stato il primo distretto luxury ad avere lanciato un account WeChat per permettere pagamenti frictionless ai consumatori in arrivo dal Paese del lontano Oriente, tramite WeChat Pay.

Negli Emirati Arabi Uniti spicca infine The Dubai Mall, che ha registrato un flusso di 84 milioni di visitatori nel 2018: il department store sta spingendo l’acceleratore su aspetti come il digital e l’integrazione fisica.

I consumatori nell’area sono generalmente iperconnessi -. è il commento di Patrick Bousquet-Chavanne, ceo di Emaar Malls, developer di The Dubai Mall.

La penetrazione dei social media è del 99% e il 48% delle persone si ispira sul web. Bisogna pensare al mall come a una piattaforma fisica che diffonde contenuti legati ai brand, attivati dallo spazio digitale».[:]

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