Dal 10 settembre 2023 al 7 gennaio 2024, una mostra da Dürer a Warhol.
La Graphische Sammlung ETH Zürich, fondata nel 1867 come Collezione universitaria a scopo di studio e insegnamento, è una delle istituzioni svizzere più importanti per le stampe e i disegni dal XV secolo ai giorni nostri. Con la mostra “Da Albrecht Dürer a Andy Warhol. Capolavori dalla Graphische Sammlung ETH Zürich” il MASI Lugano presenta per la prima volta al pubblico 300 capolavori della storia dell’arte europea: da Albrecht Dürer a Rembrandt van Rijn da Francisco de Goya a Maria Sibylla Merian, Pablo Picasso e Edvard Munch ai lavori di artisti viventi come John M Armleder, Olivier Mosset, Candida Höfer, Susan Hefuna, Shirana Shahbazi o Christiane Baumgartner.
Il percorso espositivo si apre con gli autoritratti o ritratti di artiste e artisti: dallo sguardo intenso dell’acquaforte di Rembrandt nell’autoritratto con la moglie Saskia, a quelli più celebrativi di Anton van Dyck o Maria Sibylla Merian, dalle fotografie autoritratto in bianco e nero di Urs Lüthi o di Fischli/Weiss all’autoritratto di Max von Moos o, ancora, alla semplice bocca di Meret Oppenheim nell’incisione di Markus Raetz.
La mostra prosegue cronologicamente con la presentazione di opere storiche della Collezione dalla fine del XV secolo ai giorni nostri. La fotografia non era ancora stata inventata e dunque dal XVI secolo la cosiddetta “incisione di traduzione”, che riproduceva dipinti e opere d’arte, era un mezzo fondamentale per far conoscere i capolavori a un ampio pubblico, capolavori che, attraverso la stampa, venivano anche reinterpretati: la Caricatura della copia del Laooconte di Niccolò Boldrini è un esempio di come una stampa veneziana del XVI secolo potesse adattare un motivo antico, trasformandolo in un’immagine nuova e irriverente, con le figure antiche sostituite da scimmie.
La stampa veniva impiegata anche come strumento di rappresentazione scientifica e naturalistica, come testimonia in mostra la nota xilografia Rhinocerus di Albrecht Dürer. Nonostante l’artista non avesse mai visto l’esotico animale, ne fece una raffigurazione che a lungo venne considerata realistica e quindi ristampata in più edizioni.
Nasce dall’attenta osservazione degli insetti del Suriname in Sud America il volume Metamorphosis Insectorum Surinamensium pubblicato nel 1705 da Maria Sibylla Merian, tra i maggiori studiosi di insetti del suo tempo e la prima artista a ritrarre i diversi stadi di sviluppo di un insetto, insieme alle piante che fungevano da suo nutrimento.
La mostra presenta un excursus delle tecniche incisorie nel tempo e i diversi metodi di lavoro degli artisti, come nelle due versioni dell’incisione Ecce Homo di Rembrandt, da cui emerge come l’artista ritoccasse e perfezionasse le sue opere di continuo anche grazie alla tecnica della puntasecca, che permetteva di incidere la lastra con uno strumento d’acciaio a forma di ago appuntito, manovrato liberamente come una matita. Nel tempo questa tecnica verrà spesso ripresa e rivisitata, per esempio da un’artista contemporanea come Miriam Cahn, che nella sua serie Soldaten, Frauen + Tiere del 1995 interviene direttamente sulla lastra con guanti ricoperti di carta smerigliata, creando con i movimenti della mano visi, sguardi e fisionomie di grande forza espressiva.
La trasmissione di soggetti iconografici nel corso dei secoli ricorre nell’arte e giunge fino alle epoche più recenti, come nelle drammatiche rappresentazioni della corrida del 1816 di Francisco de Goya, tema ripreso nelle figure di Pablo Picasso nella sua acquatinta Salto con la Garrocha (Salto con la picca) dalla serie La tauromachia e nella xilografia su tessuto di cotone di Bernhard Luginbühl. Anche la rappresentazione della figura e del corpo è un tema che emerge attraverso la mostra, soprattutto nel lavoro degli espressionisti, come nelle stampe di Edvard Munch e Käthe Kollwitz e nei disegni in filigrana di Egon Schiele e Ferdinand Hodler.
Le xilografie della serie Intimités (1891) di Félix Vallotton è un esempio interessante dell’evoluzione della diffusione delle stampe d’arte, che vede, alla fine dell’Ottocento, l’introduzione dell’edizione limitata, un modello commerciale di successo. Nel serie di Vallotton, per esempio, dopo aver terminato il processo di stampa, tutte le matrici di legno utilizzate dall’artista furono tagliate in piccole parti e stampate su un foglio aggiuntivo per dare all’acquirente la certezza che non venissero realizzate ulteriori edizioni. Diversi esempi in mostra testimoniano l’evoluzione della stampa anche come grafica d’autore nel secondo Novecento, come la serie di dittici composti da immagine e testo realizzati nel 1999 dell’artista Louise Bourgeois. Attraverso la domanda “What is the shape of this problem?”, posta sul frontespizio, l’artista stimola il ragionamento di chi osserva mediante risposte e contro domande possibili, cercando di dare una forma visiva alle emozioni.
Nelle suggestive risografie dal tocco vintage Camping The Two, Shirana Shahbazi indaga invece il genere classico della fotografia di viaggio catturando momenti passeggeri di situazioni quotidiane, così come si ispira alla vita quotidiana l’immagine della Campbell’s Soup di Andy Warhol, in mostra in una serigrafia dalla nota serie realizzata da Warhol nel 1968.
La mostra, al MASI Lugano, è a cura di Linda Schädler, Direttrice della Graphische Sammlung ETH Zürich.