Un documentario on the road tutto al femminile attraverso il Senegal.
Greta Ilia Cavaliere, Simona Cella e Maème Diop sono le ideatrici di un documentario on the road tutto al femminile attraverso il Senegal. Il progetto racconta la storia di cinque ragazze senegalesi che vivono in Italia e che decidono di partire alla scoperta del proprio paese di origine, un viaggio concreto ma anche un percorso di crescita personale e collettiva, una voce plurale, militante, femminista e luminosa che affronta una delle tematiche più attuali della contemporaneità italiana: la lotta delle seconde generazioni e delle ragazze afrodiscendenti per il riconoscimento delle proprie identità plurime.
Il documentario affronta la complessa esperienza della doppia identità: il bisogno vitale di tornare alle origini incontra la paura di attraversare una terra sconosciuta che sembra collocarsi a una distanza siderale dalla quotidianità di adolescenti e giovani donne cresciute nella metropoli milanese e abbagliate dalle chimere della moda, del cinema, dei social network.
Le protagoniste del progetto
Marème, Khady, Meye, Fama, Sofia Aicha vivono a Corvetto, periferia sud di Milano. Hanno dai 12 ai 24 anni e, seppur di famiglie diverse, sono cresciute insieme come in una keur gou mak, che in wolof significa la “grande casa di famiglia”. La loro identità è frammentata e unita allo stesso tempo: quella italiana legata al presente, alla quotidianità, alla scoperta costante della crescita, al luogo in cui vivono e si scoprono, e quella senegalese, fatta di ricordi sfuocati e frammentati che ora sentono di dover cucire insieme con un viaggio alla scoperta delle proprie radici. Sulla scia di memorie, paure e desideri visiteranno le famiglie di origine ripercorrendo il passato del loro paese, confrontandosi con le contraddizioni del presente e scoprendo le possibilità di un futuro dove il Senegal è interconnesso con il mondo.
Come ci racconta Greta Cavaliere: “Il racconto del viaggio ha la forma di un documentario collettivo formato da cinque storie che verranno caricate singolarmente su un canale Youtube e una pagina Instagram e prenderanno successivamente la forma di lungometraggio. Ogni viaggiatrice utilizzerà un proprio diario che accoglierà idee, disegni, immagini, oggetti della propria storia. Il punto di partenza per ogni film è una città, un ricordo o un desiderio. Il resto è realismo improvvisato. L’obiettivo della videocamera diventa un filtro per emozioni, parole, immagini, ricordi, sogni, desideri che scaturiscono dall’intreccio di queste cinque storie familiari di esilio e resilienza”.
Un viaggio di crescita, di formazione, di indagine su di sè, sul rapporto con la famiglia, sull’essere figlie e donne, un racconto intimo e organico del rapporto esclusivo che le cinque ragazze hanno con il loro paese d’origine.
Lo shooting per Eleonora Lastrucci
Nell’estate 2023, prima delle riprese del documentario in Senegal durato tre mesi alla scoperta di Dakar, Thiès, Djourbel, Touba, Mbour, Ndangane, Bignona, è nata una collaborazione con la stilista d’alta moda e costumista di teatro e cinema Eleonora Lastrucci. Da molti anni la stilista partecipa con i suoi abiti al Festival di Cannes, alla Mostra del Cinema di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma vestendo celebrità del mondo del cinema e non solo durante i Red Carpet, i party e le feste mondane che circondano le kermesse cinematografiche. Non solo, i suoi abiti sono indossati anche da presentatrici delle principali reti televisive. Molte le sue “testimonial”, da personaggi del mondo della musica, a ballerine di teatro, da attrici di cinema alle protagoniste del piccolo schermo. I modelli sono stati realizzati secondo la sua idea di bellezza, più oggettiva di quanto si pensi, ma che orgogliosamente porta il Made in Italy nel mondo.
Inserendosi in luoghi nuovi, ricercando autenticità e spontaneità, facendo parlare lo spazio, i corpi si sono mossi liberamente e così la macchina da presa, che seguiva e dirigeva, cercando di modellarsi di volta in volta. Gli abiti, con la loro forte identità, riuscivano a inserirsi in un contesto nuovo anche a loro stessi. Intanto il viaggio continuava, e le esperienze si accumulavano, e lo sguardo sul Senegal mutava. Il focus narrativo si è naturalmente concentrato sulla visione autentica e non filtrata del mondo Afro e delle sue molteplici identità. Cinema e fotografia di moda sono strumenti capaci di immortalare visivamente un’idea inclusiva, dove l’espressione di sè diventa veicolo di significati sociali e politici, perché l’abbigliamento è strumento identitario, e collettivo allo stesso tempo, di una comunità.
L’immaginario collettivo sul Senegal è per lo più distorto, fatto di soli colori, di esotismi. Ma non è solo questo: in questo documentario la ricerca del sé passa attraverso momenti e stati d’animo diversi, in cui si prova a lasciarsi cullare dall’oceano, si ascolta la natura calma, o i suoni e le voci di una metropoli affollata.
Ma come si inserisce la moda in questo contesto? Come si muovono i corpi su queste strade così diverse, così lontane? “Abbiamo indagato la tradizione della moda occidentale e il suo sguardo sull’Africa: la regia posa il suo gaze narrativo non interpretando un mondo fatto di segni lontani dal suo codice, ma cercando di raccontarlo sul campo, ricercando l’autenticità e la spontaneità della narrazione stessa, parlando ai luoghi, e i luoghi parlando a noi”, conclude Greta.
About
Greta Ilia Cavaliere, laureata in Filosofia ed Editoria tra Milano e Parigi, dopo un periodo di residenza artistica in Olanda presso Richter Art Gallery, ha iniziato a studiare e lavorare presso l’Istituto Italiano di Fotografia, diventando poi fotografa e videomaker indipendente. Ha realizzato il suo primo cortometraggio Au Bonheur des Dames nel 2020, presentato durante il Milano PhotoFestival 2020, all’interno della rassegna Venti Rosa, e ha partecipato in seguito al Festival del Cinema di Salerno.
Simona Cella, laureata in Storia del Cinema con una tesi su Djibril Diop Mambéty, si specializza nello sviluppo di progetti di lungometraggi e documentari sull’Africa. E’ autrice di soggetti e sceneggiature e scrive di cinema per riviste specializzate sull’Africa. È co-curatrice con Cinzia Quadrati del libro Djibril Diop Mambéty o il viaggio della iena con prefazione di Martin Scorsese (Edizioni Harmattan).
Maème Diop, laureata in Comunicazione e Multimedia all’Università di Pavia, interessata al Community Managing ama creare contenuti per Social Media Marketing. Modella di moda, ha posato per Vogue Arabia nel 2020, e realizzato diversi editoriali pubblicati in tutto il mondo.
