Whale: una “balena” per vedere il mondo con occhi nuovi
Cosa farebbe il capitano Achab oggi? Come trascorrerebbe le sue giornate ora che anche l’irriducibile Islanda (insieme a Norvegia e Giappone), ha deposto gli arpioni e dichiarato illegale la caccia alle balene? Achab inforcherebbe un paio di occhiali da sole e, di vedetta a prua di un’imbarcazione, sfiderebbe il freddo e i riverberi facendo whale watching per tenere d’occhio la balena bianca e tutti gli altri cetacei.
Gli occhiali perfetti? I Whale di Quoise, ovviamente! Perché questo giovane brand italiano, fondato da imprenditori e consulenti provenienti da settori diversi, non ha a cuore solo una nuova visione dell’eyewear ma anche la protezione e la cura dell’ambiente, la salvaguardia del futuro dei mari.
La start up è al debutto con una collezione di occhiali da sole rivoluzionari ed eco sostenibili, realizzati partendo dagli scarti di plastica provenienti dai mari. Reti da pesca, bottiglie e tutto il nylon trovato nelle acque viene sottoposto a processi altamente innovativi per essere rigenerato e tornare alle sue qualità iniziali.
Il nylon Econyl® così ottenuto non solo ha le stesse caratteristiche di quello da fonte vergine o da petrolio, senza nessuna differenza di qualità e prestazioni, ma è anche riciclabile all’infinito!
Gli occhiali di Quoise sono 100% italiani, dal design alla produzione fino alla distribuzione.
Leggeri, resilienti, unisex, adatti a qualsiasi circostanza, tutti gli occhiali di Quoise sono riconoscibili dai tre rivetti smaltati turchese.
I Whale, poi, con il loro design arrotondato e un po’ rétro, classico e senza tempo, sono realizzati in tre varianti: in Econyl® nero con lenti sfumate blu; avana con lenti sfumate turchese-giallo; tuchese con lenti fumé e specchiatura silver.
Oltre ad avere zero impatto nocivo sui mari, ogni paio di Quoise risana i danni già in essere. Per ogni modello venduto, infatti, l’azienda dona 5 euro ad Onlus come Marevivo, che da tempo lottano per salvaguardare i nostri mari e il nostro ambiente.
Moby Dick ringrazia e noi con lei.
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