Quando il Vermouth viene nobilitato.
Mentre i francesi si prepararono alla loro sanguinosa rivoluzione, sull’altro versante delle Alpi, a Torino, Antonio Benedetto Carpano ideò una bevanda a base di vino dolce e piante amare e toniche. Si ispirò a una ricetta tedesca a base di assenzio (Wermut in tedesco).
Un secolo dopo, fu il Re Vittorio Emanuele II a decretare pubblicamente il Vermouth come bevanda ufficiale di Casa Savoia. Non immaginava allora che avrebbe dato origine a una vera e propria vermouth mania che avrebbe coinvolto l’Europa e gli Stati Uniti pochi anni dopo.
Una base inseparabile per cocktail come il Dry gin, il Vodka martini, il Negroni, l’Americano o il Manhattan. Ma nel suo sviluppo globale, il Vermouth ha perso la sua autenticità e la sua lavorazione artigianale.
Oggi, con il Monte Carlo Vermouth ritroviamo lo spirito sottile di una combinazione di oltre 30 piante e aromi di cui ogni distilleria di un tempo si vantava nel miglior dosaggio. Servito “on the rocks”, il Monte Carlo Vermouth diffonde un leggero profumo di rosa proveniente dalla macerazione dei petali di rosa più prestigiosi al mondo. Raccolto a mano nel famoso roseto di Monaco, il Vermouth è diventato un aperitivo di grande nobiltà. È sufficiente a sé stesso, tutt’altro che una semplice aggiunta ai cocktail standardizzati.
Il Palazzo del Vino dello Yacht Club di Monaco dove si può degustare il Monte Carlo Vermouth
È stato forse Roger Moore, che ha vissuto nel Principato, a lasciare il suo costante amore per il Vermouth allo Yacht Club che frequentava e a ispirare i creatori del Monte Carlo Vermouth. Ricordiamo Brett Sinclair nella serie televisiva “The Persuaders!” che dichiara, con il machismo che caratterizzava l’epoca: il miglior amico dell’uomo dopo la donna e il cane è la crema creola.
