Ancora una volta SKIRA fa centro regalandoci un piccolo capolavoro di bellezza, di arte e di cultura, riunendo in un volume la storia di un marchio iconico come CAMPARI, da sempre sinonimo di innovazione, e quella del Cinema, o almeno di quella parte di essa prestata al regno delle merci, attraverso le parole di uno dei più grandi conoscitori, studiosi e cantori italiani del cinema Gianni Canova.
Il volume Campari e il Cinema che è stato presentato alla stampa a Milano a inizio dicembre vuole raccontare come “la passione per l’arte e la creatività di Campari siano intimamente connesse alla sua esigenza e al suo desiderio di comunicare e di innovare” per citare Gianni Canova che del volume è il curatore oltre che coautore.
Un volume che non si concentra solo sull’esperienza Campari, ma riunisce i contributi critici e i saggi di Giuseppe Mazza, Rocco Moccagatta, Guido Cornara e Guido di Fraia oltre a quelli illuminanti del già citato Canova, sulle quattro aree analizzate: Rivoluzione Cinema, Rivoluzione Campari, Campari e il cinema: un’attrazione fatale, il cinema nell’era della A.I.
Con estrema lungimiranza agli inizi del ‘900, Davide Campari comprende di dover stimolare il desiderio del proprio prodotto attraverso la pubblicità.
Campari riteneva che non bastasse una vita intera per la costruzione di un marchio! Rimanendo fedeli a questo concetto il gruppo ha sempre puntato a rafforzare il proprio marchio, anche attraverso la comunicazione, sempre sperimentando e innovando.
A questo fa riferimento Giuseppe Mazza nel suo saggio L’innovazione pubblicitaria di Campari dagli esordi a Carosello, quando parla di una vera e propria rivoluzione Campari.
Sin dalla primissima affiche pubblicitaria di Mora nel 1894 Davide Campari intuisce che per fare pubblicità al proprio prodotto bisogna dare ascolto al proprio tempo e tradurlo in segni nuovi.
Nascono così le successive collaborazioni con Dudovich, con Cappiello – e il suo celeberrimo spiritello – e infine con il grande Depero, le cui forme ancora restano tra l’altro nell’iconica bottiglia a coppa rovesciata del Campari Soda.
Passare dalle arti visive al linguaggio cinematografico che per definizione innesca desideri di consumo, è per Campari una naturale evoluzione.
Una storia d’amore che parte dal lontano 1984, quando Federico Fellini gira lo spot “La ragazza in treno” e che si è sviluppata negli anni seguenti con numerose collaborazioni con registi di prestigio: Tarsem Singh con la sua trilogia negli anni 90, Joel Schumacher con “l’Attesa” nel 2011 fino all’attuale campagna “Creation” curata dal regista Paolo Sorrentino. E proprio il premio Oscar Sorrentino insieme a Matteo Garrone e Stefano Sollima che negli anni hanno firmato i Campari Red Diaries, cortometraggi che raccontano le storie che stanno dietro ad un momento Campari.
Ma è solo nel 2021 che Campari decide di sfidare l’impossibile, affidando nuovamente al genio di Fellini il proprio spot con il progetto Fellini Forward, un innovativo e visionario progetto che utilizza l’intelligenza artificiale per esplorare il genio creativo di uno dei più acclamati registi di sempre e dare vita allo “spot felliniano impossibile”.
L’idea è semplice, costruire una A.I. in grado di guidare sceneggiatori e registi nella realizzazione di un cortometraggio, come se il Maestro fosse in vita.
Semplice come sappiamo non significa facile, ma il racconto della realizzazione è appassionante e tenta di dare risposte alle domande sull’origine dell’atto creativo che da sempre ci poniamo: è possibile ricreare la marca stilistica del Maestro? È possibile immaginare di riprodurre il suo sguardo unico sul mondo? ricreare quel mondo onirico, sognante che lo ha reso celebre?
Nella narrazione di Guido di Fraia queste e molte altre domande vengono poste, attribuendo al progetto Campari Fellini Forward l’indubbio merito di averle sollevate.[:]