Fare impresa ed rimanere eticamente centrati su valori come sostenibilità, responsabilità ed etica non è sempre semplice.
Un bell’esempio di “etica fashion” è Miomojo, un’azienda italiana che fa dell’approccio etico e responsabile la base per andare al mercato con prodotti di alta gamma con il valore aggiunto della sostenibilità totale.
Tutto parte dalla sede di Bergamo dove la fondatrice di Miomojo, Claudia Pievani, ha deciso di offrire un’alternativa vegan e ad impatto zero ai fashion addicted:
Sono sempre stata affascinata dal design, fermamente convinta che “la bellezza salverà il mondo”, ma ero sempre più frustrata dal fatto che molte di queste creazioni venissero spesso realizzate a spese di esseri viventi innocenti. La pelle ad esempio è stata a lungo (e per molti versi ancora è) lo standard di riferimento per le accessori luxury, e mi chiedevo se ci fosse un modo per ottenere quello stesso valore estetico, senza sacrificare le vite di altri esseri viventi e rendendolo affordable a più persone, in modo da creare un vero impatto positivo, non limitandosi ad una piccola nicchia. L’alternativa proposta all’epoca dai prodotti sintetici sul mercato in genere mancava di qualità e di ricerca di design, non erano attraenti. Così, ho iniziato la mia personale odissea per fornire alternative cruelty-free, realizzate con rispetto e stile italiano
Ecco allora la produzione: i materiali di Miomojo sono realizzati partendo dalle fonti più diverse; reti da pesca riciclate, vetro, caffè, fino alla pelle vegana a base di cactus e mele, svariate sono le opportunità per creare prodotti etici, eleganti e durevoli.
Non solo tessuti eco-friendly ma anche un concetto di impresa “virtuosa” che possa portare a “restituire” al mondo parte di ciò che si ha: il 10% dell’utile netto viene difatti indirizzato verso importanti realtà che sostengono e proteggono il mondo degli animali.[:]