Il Tennis Club di Prato sorge sulle colline vicino alla città ed è completamente circondato dalla natura.
Il restyling degli spazi dedicati alla caffetteria, al ristorante e all’attività di lettura è stato ispirato dall’eleganza dei salotti in stile country inglese mescolati con il classico sapore italiano per creare un’atmosfera tranquilla ma allo stesso tempo sofisticata.
La scelta del verde come colore delle pareti deriva dal desiderio di mantenere viva la connessione con la natura e di indurre positività e quiete nell’ambiente. Utilizzato nella versione verde inglese per il caffè, il colore ha prodotto una stanza caratterizzata da uno stile classico e sofisticato. Un colore verde pastello è stato invece utilizzato per l’ingresso e i corridoi per migliorare la luce naturale inducendo una sensazione di freschezza e delicatezza.
L’uso di una boiserie, di un grande soffitto a cassettoni e di un parquet a spina francese nella caffetteria crea un ambiente molto raffinato. Questo design ha permesso di ottenere un risultato molto “personale” caratterizzato da un grande valore emotivo ed evocativo, con un carattere caldo, accogliente e avvolgente. Inoltre, il design riflette lo standard di arredamento più moderno e contemporaneo, senza perdere in fascino, raffinatezza ed eleganza.
Stelle indiscusse della stanza, insieme alle due grandi librerie che sfoggiano coppe e premi, sono il mobile bar e il bancone in legno laccato. Quest’ultimo è completato da un piano in marmo Daino Reale. L’ambiente è incorniciato nel complesso da grandi specchi che abbelliscono l’architettura e accolgono le foto dei campioni che hanno fatto la storia del tennis. Quattro ampi salotti composti da poltrone e divani rivestiti in modo da riflettere l’ambiente circostante completano l’arredamento.
Toni più caldi sono stati adottati per il ristorante e la sala di lettura e sono evidenziati dalla boiserie, filo conduttore di tutte le stanze.
Il progetto è stato firmato dagli architetti Sara Bua e Riccardo Ceccarelli dello studio PURA-lab di Firenze.
Fotografia di Federico Menici[:]