Il luogo dove è stata allestita questa interessante esposizione ha qualcosa di speciale: il Vitra Campus, infatti, si trova in Germania, ma in un attimo si può saltare in Francia o in Svizzera, nella vicina Basilea, attraversando i vicini confini.
Al Vitra Design Museum va in scena una mostra unica (fino al 10 marzo 2019), senza precedenti, che presenta il designer, attivista, antropologo, autore e insegnante Victor Papanek.
Victor Papanek è l’autore del libro di design più letto mai pubblicato (“Design for the Real World”, 1973), oltre che un vero e proprio pioniere della progettazione sostenibile, critica, responsabile, di quello che oggi possiamo definire “design consapevole”.
La mostra “Victor Papanek: The Politics of Design“ consente di immergersi in un’atmosfera unica, fa respirare design e non solo per il fantastico contesto in cui si trova.
Chi è Victor Papanek?
Nato nel 1923 a Vienna, Victor J. Papanek è emigrato negli Stati Uniti nel 1939. Dopo aver studiato alla Cooper Union e al MIT, è stato anche uno studente di Frank Lloyd Wright e collega di Richard Buckminster Fuller. Negli USA ha una grande carriera nel design industriale, grazie anche alla sua Design Clinic, un’azienda che aveva l’obiettivo di creare arredi economicamente sostenibili che fossero in grado di soddisfare i veri bisogni dei cittadini americani.
Papanek è noto per aver sviluppato pensieri molto innovativi per quanto riguarda la progettazione. Divulgando la sua visione attraverso televisione e radio, oltre che trasmettendola agli studenti nelle sue lezioni, è la critica al consumismo e il concetto di design pensato come un processo, qualcosa che va oltre il singolo oggetto, che lo ha fatto diventare un punto di riferimento nel settore, sin dagli anni Sessanta.
Papanek proponeva una progettazione molto pratica, con un modo di comunicare ridotto all’osso, tanto che si potrebbe anche considerare uno dei primi designer e autori ad applicare regole assimilabili alla concezione del “less is more”.
Una vita non semplicemente dedicata al design, quella di Papanek, impegnato a lottare per una concezione diversa di design, più critica, corretta, testimone dell’attualità e della contemporaneità.
Una vita che troviamo narrata perfettamente nella prima e nella seconda sezione della mostra al Vitra Design Museum che, oltre a un’installazione multimediale, espone lettere, documenti, testi, articoli di giornale, manifesti e molto altro che descrivono l’attività di Papanek dai primi anni in cui si era trasferito in America fino ai suoi ultimi anni di vita.
“Everything is connected”: il design come connessione
Papanek sosteneva che il design va oltre il singolo oggetto: è un processo,qualcosa che circonda tutti noi e che tocca ogni elemento del mondo reale, un sistema che va a interagire con molteplici discipline.
Ecco quindi che sono esposte nell’ultima sala le opere di artisti contemporanei e visionari, provenienti da tutto il mondo. Le idee di Papanek sono rappresentate in un’esibizione con progetti di Catherine Sarah Young, Forensic Architecture, Jim Chuchu, Tomás Saraceno, Gabriel Ann Mahere altri ancora. Anch’essi si confrontano con tematiche importanti come il cambiamento climatico, le identità di genere, il consumismo, la sostenibilità, la guerra.
Quello che lascia la mostra al Vitra Design Museum è una riflessione proprio sul concetto di design, che non si riduce semplicemente al dare forma a qualcosa, ma può diventare uno strumento di trasformazione politica, sociale, etica.
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