Saype, l’infermiere che diventò artista per curare il mondo alla Biennale Arte 2022

L’opera di land art galleggiante firmata Saype  – che è tra l’altro la crasi di due parole inglesi “Say” e “Peace” – rientra nella programmazione del Padiglione Venezia, a cura di Giovanna Zabotti, che quest’anno avrà come titolo “Alloro”, simbolo del cambiamento e del dialogo possibile tra Arte e Natura
saype venice biennale

Saype, l’infermiere che diventò artista per curare il mondo alla Biennale Arte 2022

Incontrare Guillaume Legros in arte Saype è un piacere raro. Ti conquistano subito, in ordine sparso, la sua simpatia, l’intelligenza profonda e la sensibilità verso i problemi del mondo, quelli veri.

Saype Biennale
epa09900564 A handout photo shows French-Swiss artist Saype from the Beyond Walls project on 19 April 2022 on a floating barge in Venice, Italy

A Venezia, la Biennale Arte 2022 accoglie la nuova tappa del suo progetto di land art Beyond Walls, fortemente supportato dal Gruppo Lavazza che ha trovato nell’artista francese una comunanza di valori e obiettivi, tra i primi la volontà di salvaguardare un ambiente sempre più a rischio, ma anche l’inclusione e la solidarietà.

Le due mani che si intrecciano e si uniscono sono l’impegno comune di oltrepassare i muri che separano gli uomini rinchiudendoli in spazi mentali o geografici. Da un punto di vista tecnico, si tratta di un enorme affresco ecosostenibile su erba qui installato su un “pontone”, il tipico barcone veneziano, ma come tutti i miei dipinti è effimero, dura poco perché i pigmenti con cui è composto sono biodegradabili, li ho studiati personalmente: mi piace l’idea di avere un impatto sulle persone e sulla società, annullando il più possibile quello sulla natura

L’opera di  Saype – che la rivista Forbes ha inserito tra le trenta personalità under 30 più influenti nel mondo dell’arte e della cultura – sarà svelata al grande pubblico proprio nella  Giornata mondiale della Terra, quando dopo aver girato per le calli sarà ancorata e visibile dalla Torre di Porta Nuova dell’Arsenale Nord dove è ospitato anche un percorso espositivo foto-videografico e installativo del progetto, iniziato a Parigi nel 2019 per poi proseguire in tutto il mondo fino al 2024 (e oltre).

saype venice biennale

In fondo perché mettere la parola fine a un progetto così intenso? Saype ci racconta di essersi commosso, per esempio, quando ha visto la sua opera a Istanbul creare un ponte ideale di pace tra la Turchia di Erdogan e l’Europa. Alzi la mano chi non vorrebbe portare in tutto il mondo un messaggio tanto semplice ma mai così bistrattato come alle porte dell’Europa in questo momento.

Guillaume, 33 anni a febbraio, è un artista davvero sui generis. È nato a Belfort, una città francese della Borgogna e non ha studiato nelle accademie. Anzi faceva l’infermiere e ha lavorato per 8 anni in un ospedale.

È stato l’incontro con la sofferenza e la morte forse che mi ha indotto a pensare: cosa posso fare per lasciare una traccia in questo modo complesso. All’inizio ho pensato che i graffiti potessero essere il mio strumento di espressione per prendere una posizione e catturare l’attenzione ai giovani (ma alla mia prima opera sono stato sorpreso e arrestato dalla polizia). Sapevo comunque di voler trovare un mezzo più forte per esprimermi. E lavorare sull’erba è stata una scelta ideale, nessuno l’aveva mai fatto e potevo avere la più grande tavolozza del mondo. Ma non volevo contaminarla

L’opera di land art galleggiante firmata Saype  – che è tra l’altro la crasi di due parole inglesi “Say” e “Peace” – rientra nella programmazione del Padiglione Venezia, a cura di Giovanna Zabotti, che quest’anno avrà come titolo “Alloro”, simbolo del cambiamento e del dialogo possibile tra Arte e Natura.

E la sensazione più bella lasciata sia dall’incontro con il progetto di Saype sia dalla visita al padiglione è una visione realistica della condizione dell’uomo e della natura che la lascia però in noi uno spiraglio di ottimismo verso il futuro.[:]

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