Giovanni Malagò, il signore dello sport

 Di Malagò, presidente del CONI dal 19 febbraio 2013, si dice che sia un tombeur de femmes, e il francese è d’ obbligo per un uomo che a tratti conserva un’aria un p0’ retrò. Ma la sua vita è stata e continua a essere piena di cariche e impegni. Malagò è imprenditore, possiede una concessionaria, è presidente del Circolo Canottieri Aniene, la più formidabile concentrazione di upper class della capitale, è uno sportivo, pratica, infatti, lo sci, il tennis, il canottaggio e da ragazzo ha giocato a calcetto a livello agonistico partecipando con la Nazionale ai Mondiali del Brasile 1986 ed è un formidabile sostenitore della Roma.

Fu amico di Gianni Agnelli, suo pigmalione, e ancora oggi vanta una rete di amicizie esclusive, come quella con Luca di Montezemolo e Gianni Letta.

Anita Lo Mastro, partner di “Excellence Magazine”,  l’ha incontrato nella sede ufficiale del CONI, a Roma.

«Dottor Malagò, come si ricerca l’eccellenza nello sport?»

«Lo sport è come la vita, per vincere ci vuole disciplina oltre che allenamento mentale».

«Lei è uno sportivo leale e appassionato, che cosa le ha dato lo sport dal punto di vista umano?»

«A mio parere, le maggiori soddisfazioni nascono non dalla pratica di una disciplina sportiva ma dalla passione che ci metti anche nel costruire i rapporti con i compagni di squadra, che poi diventano amicizie per la vita».

«Ha parlato di amicizie. Le sue sono eccellenti. Com’era il suo rapporto con Gianni Agnelli?»

«Ci presentò suo nipote Lupo Rattazzi, figlio di Susanna, che è mio amico di gioventù. Avevo appena 24 anni, eppure l’Avvocato aveva espresso il desiderio di conoscermi. La nostra amicizia si fondava su interessi e curiosità reciproche, molto simili nonostante avessimo età diverse».

«Come avrebbe reagito a saperla presidente del CONI?»

 «Si sarebbe divertito a vedere il capovolgimento dei pronostici iniziali. Era una delle tipiche situazioni che lo mettevano di buonumore: l’effetto sorpresa della mia elezione, l’espressione smarrita di chi credeva di farcela. Invece i grandi elettori si sono fidati del sottoscritto e del mio programma per certi versi rivoluzionario e portavoce di un’idea di partecipazione collettiva».

«Anche Luca di Montezemolo è suo amico da tempo…» «Sì, è un caro amico di famiglia, uniti come siamo da tanti interessi che abbiamo in comune e che, a volte, producono anche buoni frutti nel lavoro. Luca è un compagno di viaggio in tutto e per tutto».

«Dal 1997, lei è anche il Presidente del Circolo Canottieri Aniene, l’associazione sportiva dove sono iscritti tutti quelli che contano nella città capitolina».

 «Il Circolo è un’eccellenza della Capitale. Le attività del “Canottieri Aniene”, circolo storico, non riguardano solo lo sport. Discipline acquatiche, tornei di calcetto e scuola tennis si alternano con una serie di relazioni sociali.

«La sua seconda pelle d’imprenditore, poi, le fa considerare la comunicazione e il marketing strategici».

«Essenziali e preziosi per lo sviluppo dello sport al puntotale che, tra i tanti progetti in corso, uno riguarda lo sviluppo del brand CONI. L’intento è certamente quello di rappresentare tutti, la mia programmazione è all’insegna del coinvolgimento. Non c’ è sviluppo senza condivisione, non si crea valore senza collegialità. Mi sento soprattutto lontano da logiche autoreferenziali. Il CONI è aperto a tutti, mi piacerebbe vagliare idee che possano aiutare a farlo crescere. Del resto siamo una nazione con una vocazione sportiva d’élite».

E fra le sue prossime sfide c’ è quella affascinante di ospitare a Roma le Olimpiadi del 2024, una prova che sente quasi come una missione nei confronti del proprio Paese e, soprattutto, per offrire la concretezza di un sogno meraviglioso alle nuove  generazioni. Con questo ultimo progetto, così ambizioso ma affascinante, Giovanni Malagò ci congeda e a noi non resta che augurargli buon lavoro.

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