Il Gran Teatro della Luce tra Tiziano e Renoir a Domodossola

Fino al 7 gennaio 2024 ai Musei civici “Gian Giacomo Galletti”.

Il Gran Teatro della Luce è il titolo della nuova mostra dei Musei civici “Gian Giacomo Galletti” in Palazzo San Francesco a Domodossola, curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti, con il patrocinio della Regione Piemonte e realizzata dal Comune di Domodossola insieme alla rinnovata collaborazione con la Fondazione Angela Paola Ruminelli e il Museo Bagatti Valsecchi di Milano.

Il Gran Teatro della Luce, Allestimento Ph. Agnese Bedini, DSL Studio

L’esposizione, dedicata alla luce nell’arte tra l’Italia e le Fiandre tra Seicento e Novecento, racconta un percorso che dal lume di candela arriva alla rivoluzione della luce elettrica, una luce che è anche testimone dello scorrere del tempo e che viene indagata nella sua portata tecnologica. Tiziano, Van Dyck, Ippolito Caffi, Gaetano Previati e Renoir sono alcuni dei grandi nomi in mostra, grazie anche alla preziosa collaborazione di Enel Green Power, che omaggia la Val d’Ossola e il suo unico potenziale idroelettrico.

Il Gran Teatro della Luce, Allestimento Ph. Agnese Bedini, DSL Studio

Un totale di 45 opere, di cui 13 sono un eccezionale prestito di Banco BPM, in un allestimento pensato e realizzato dall’architetto e light designer Matteo Fiorini di Studio Lys; un innovativo percorso luminoso che utilizza anche i materiali dell’Ossola, come la pietra di serizzo.

Il Gran Teatro della Luce, Allestimento Ph. Agnese Bedini, DSL Studio

Nella prima sezione si incontrano i dipinti “a lume di candela”, con le raffinate tele di artisti seicenteschi fiamminghi come Gherardo delle Notti, Adam de Coster e Trophime Bigot e il Contadino che accende una candela con un tizzone ardente, realizzato da Angelo Inganni nel 1850 e proveniente dalla collezione della Fondazione Cariplo e Natura morta di Giorgio de Chirico.

Cuore della mostra è l’artificio teatrale della luce che viene esaltata da artisti che sono protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento, con il Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza, uno dei capolavori che giungono dalla collezione di Banco BPM, la Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti di collezione privata.

Il Gran Teatro della Luce, Allestimento Ph. Agnese Bedini, DSL Studio

Il percorso continua con la sezione dedicata alla luce nella natura, ammirando opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno e Angelo Morbelli, dove si trovano anche grandi tele dedicate al paesaggio ossolano, esposte per la prima volta, Panni al sole, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Pellizza da Volpedo, custodito in collezione privata e Le lavandaie a Cagnes di Pierre-Auguste Renoir.

Proseguendo, un gruppo di opere dell’Ottocento e del Novecento con La morte di Cleopatra, dipinta da Achille Glisenti e custodita ai Musei Civici di Brescia, le tele di Gaetano Previati, Giovanni Sottocornola e Giuseppe Mascarini e Soccorso ad un rovescio di fortuna di Giuseppe Molteni.

Il Gran Teatro della Luce, Allestimento Ph. Agnese Bedini, DSL Studio

Una sezione dell’esposizione è infine dedicata alle conquiste tecnologiche più rivoluzionarie e che celebra così anche la storia della Val d’Ossola. In questo territorio, ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche, sono nate alcune tra le centrali più belle e produttive, dei veri e propri gioielli di architettura del Novecento che rivivono nel materiale d’archivio di Enel Green Power. Rarissime fotografie retroilluminate, piccoli macchinari, un plastico in lamelle di legno permettono di ricostruire la storia di questi edifici così importanti per l’Ossola e per la produzione energetica del Paese.

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