Durante il lungo lockdown in cui ci siamo ritrovati a ripensare le nostre giornate tra smartworking, relax e passioni rispolverate, molte persone all’intrattenimento televisivo, che ormai ha lasciato un’ampia fetta all’informazione, preferiscono le dirette di Instagram. Dalle sessioni di work out di celebrities in videochiamata con i loro personal trainer, alle influencer che dispensano ricette o elargiscono consigli per la beauty routine, il visual social più celebre ha ormai un vero e proprio palinsesto quotidiano. E il tasso di concorrenza è altissimo!
Chi riesce con disinvoltura a dividersi tra lezioni di pilates e danza – senza prendersi troppo sul serio – talk con creativi e figure del fashion system, chiamati “racconti dasal8” e tutorial su come realizzare accessori cool, mantenendo sempre alta l’attenzione delle sue amiche di tastiera (guai a chiamarle follower!) è Simona Bertolotto, aka @sissiottostyle.
Over 45, più di 100.000 seguaci, pardon, un parterre soprattutto femminile dai 35 anni in su a caccia di ispirazioni stilistiche, Simona è una donna che piace alle donne. Il motivo è semplice: si mostra così nei suoi innumerevoli outfit che danno vita ad una gallery senza nessuna impostazione studiata e strategia. “Quando scatto o faccio foto considero già valido il primo risultato e non importa se si evidenziano difetti o imprecisioni: il mio motto è buona la prima!” mi dice durante l’intervista.
Garbo e autenticità si fondono in Simona come il mix and match che caratterizza il suo abbigliamento, sempre contraddistinto da un dettaglio: un fiore come spilla nato proprio durante la quarantena. Non è un mero orpello, ma un’allegoria della primavera, o meglio di rinascita, auspicio per il futuro. Un messaggio positivo che veicola attraverso le sue dirette, nelle quali riesce a nutrire la sua passione più grande: parlare con le persone e accorciare ulteriormente le distanze con la sua “grande famiglia” digitale, mostrando scorci inediti della sua casa che non apparivano spesso nel suo feed di Instagram ma cheIn ora ci sembrano quasi familiari. Il bello dei social media è questo potere di condividere esperienze e contaminarsi a vicenda, ognuno offrendo la propria visione e sensibilità!
Incontro Simona virtualmente alla fine di una sua conversazione live con Erika Cavallini, la quale ha raccontato con spontaneità il suo percorso da stilista e imprenditrice temeraria, e confesso di essere un po’ emozionata!
Entrambe di giallo vestite ci vediamo in video call e ci pensa @sissiottostyle a rompere il ghiaccio con un grande sorriso. Così come appare nelle sue foto, Simona è un distillato di classe ed eleganza.
Ci racconti un po’ di te?
Ho incominciato ad avvicinarmi alla fotografia per caso nel 2011 prima scattando con il cellulare e poi una macchina fotografica professionale. Fui classificata nei 15 di Paratissima 2013 e 150 dei miei scatti sono nel portfolio di Photovogue; Franca Sozzani mi selezionò 10 volte nei suoi contest. La morte della direttrice di Vogue segnò un importante cambio di rotta nel mio percorso artistico: incominciai a ritrarre nudi di donna un po’ crudi, raffiguranti i canoni della bellezza non convenzionale. (Un’operazione ante litteram – le immagini di Simona hanno anticipato quello che oggi sono diventati i temi predominanti che gravitano intorno alla cultura visual, come l’inclusività e l’empowerment).
Dalla fotografia ad Instagram, il passo è stato breve: ho iniziato a pubblicare immagini prese da Pinterest dei vari look delle donne a cui tagliavo la testa perché volevo porre il focus solo sull’outfit, con l’obiettivo di dar vita ad una galleria d’ispirazione. Sono passata poi a pubblicare i miei look.
Che cos’è per te il lusso oggi?
Nel senso più ampio il lusso è rintracciabile nella libertà, nel viaggio, nell’evasione. Applicato al mondo della moda per me coincide con valori forti quali: eticità, funzionalità e timeless.
Hai uno stile molto poliedrico, a tratti eclettico. Quali sono tue ispirazioni?
L’eleganza per me è nel passato, attingo dalle donne iconiche e dal fascino regale come Grace Kelly e Audrey Hepburn. Le figure femminili delle epoche precedenti sono state in grado di trasmettere una sensualità sussurrata, mai ostentata e aggressiva. Oggi i canoni sono diversi. Il mio stile è un po’ retrò, un mix and match di pezzi vintage e brand di ricerca.
Alla luce delle dichiarazioni rilasciate da Giorgio Armani sul sistema moda, come ti aspetti che cambieranno i processi della moda?
Sposo le dichiarazioni di Giorgio Armani. La moda e i suoi processi finora sono stati troppo veloci. È necessario ripensare tutto in maniera più “slow”, la moda è un linguaggio e deve avere i suoi tempi tecnici per far confluire la creatività, ma soprattutto non deve produrre quantità innumerevoli di capi che contribuirebbero all’inquinamento globale. In questo senso il vintage rappresenta una grande risorsa.
Con quali brand ti piace collaborare?
Scelgo collaborazioni insieme a brand solo se sono in linea con i miei valori e gusti. Ci deve essere subito un colpo di fulmine!
Quali sono i capi passepartout nel guardaroba di una donna?
Andando contro a chi dice che l’it piece è la camicia bianca, per me vince quella in denim: un capo versatile che può girare in tutto il guardaroba e sdrammatizza una gonna o un pantalone elegante. Non può mancare poi assolutamente un blazer nero, da declinare in vari outfit e momenti della giornata!
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il prossimo in arrivo si chiama 8 Meraviglie ed è un progetto co-branding che coinvolge capi d’abbigliamento, bijoux, calzature e accessori. La passione ci dà la spinta per realizzare i progetti! Io vivo l’attimo, il qui e l’ora. Non è mai troppo tardi per realizzare! E da questa grande situazione che stiamo affrontando tutti sono sicura che si potrà trarre qualcosa di positivo, come dice un proverbio cinese: “Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento.”
Il mio mantra è “Never too late, never too old”!
Grazie Simona![:]