Intervista con Beatrix Bourdon, Direttore Generale di BRAFA

Abbiamo sempre cercato di evolvere. Vent’anni fa non c’era arte contemporanea in fiera, né arte tribale o fumetti. Siamo sempre stati attenti agli sviluppi del mercato, pur mantenendo i piedi per terra. Essendo troppo alla moda o troppo concentrati sulle tendenze, c’è il rischio di diventare troppo presto fuori moda
Beatrix Bourdon Brafa

BRAFA si terrà all’inizio dell’estate, da domenica 19 a domenica 26 Giugno 2022, e saranno gli spazi del Brussels Expo sull’altopiano dell’Heysel a nord della capitale belga a ospitare questa 67a edizione.

Dal 1956, più di 60 anni dopo, in un mondo in continua evoluzione, Beatrix Bourdon e il suo team si preparano con grande entusiasmo a una nuova sfida.

BRAFA torna nella sua forma originale dopo due anni di iniziative alternative a sostegno degli espositori. Qual è il sentimento generale oggi?

È un sollievo. Dopo un secondo rinvio della fiera, deciso alla fine di Novembre, siamo così felici di poter finalmente vivere un BRAFA in presenza in una nuova sede e con nuove date. Ci siamo resi conto che c’era una reale richiesta di tornare a una fiera classica, sia da parte delle gallerie che dei collezionisti e dei partner.

Mancano due mesi alla manifestazione, come si sta preparando tutta la squadra?

Stiamo vivendo il lavoro di questi mesi come una nuova sfida con un’energia molto positiva. Dopo 19 anni al Tour & Taxis, BRAFA si trasferisce a Brussels Expo in modalità estiva e non invernale. Stiamo lavorando duramente per fare di questa un’edizione eccezionale di BRAFA. La maggior parte delle nostre gallerie non ha avuto l’opportunità di partecipare ad una manifestazione negli ultimi 2 anni. Molte di loro rimangono fedeli a BRAFA – nonostante a Giugno siano previsti altri importanti appuntamenti per il mercato dell’arte- e alcune partecipano addirittura a due fiere contemporaneamente, il che implica una gestione efficiente dello stock, ma anche del personale. In effetti è una vera sfida sia per gli organizzatori della fiera che per gli espositori. Vogliamo ringraziarli. Bisognerà aspettare il 2023 perché il mercato dell’arte ritrovi una certa serenità e un nuovo ritmo.

Vede il passaggio alla Brussels Expo dopo 19 anni alla Tour & Taxis come l’inizio di una nuova era?

Quando abbiamo lasciato il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles per il Tour & Taxis è stata un’avventura incredibile: siamo stati dei veri pionieri perché gli spazi erano praticamente sconosciuti e soprattutto non strutturati come lo sono oggi. Il primo anno, durante la visita privata, i visitatori sono rimasti molto sorpresi e colpiti e il trasferimento è stato un vero successo.

Spero che accada lo stesso anche a Giugno quando gli amanti dell’arte scopriranno la fiera all’Expo di Bruxelles. Sapevamo già di dover lasciare Tour & Taxis dopo l’appuntamento di Gennaio e avevamo già preso accordi per trovare una sede adatta. Quando abbiamo visitato l’Expo di Bruxelles nella primavera del 2021, ci siamo resi conto che era del tutto possibile allestire gli spazi come li sognavamo, e che era lì che volevamo stabilirci per gli anni a venire. Inoltre, il luogo è stato creato appositamente per le esposizioni, quindi tutto l’aspetto logistico è molto adatto all’organizzazione della fiera.

Può dirci qualcosa sull’allestimento che dobbiamo aspettarci?

Non dirò troppo, per mantenere l’effetto sorpresa. Naturalmente, Arne Quinze, il nostro ospite d’onore, che si ispira alla natura, porterà il suo universo colorato a BRAFA. Interverrà con sculture e installazioni. Le sue opere saranno anche utilizzate per alcuni elementi della fiera come la copertina del catalogo, gli inviti e persino la moquette su cui cammineranno i visitatori.

Un’altra novità di quest’anno è il cambio di stagione, dato che la fiera tradizionalmente si svolge a Gennaio.

L’atmosfera sarà molto diversa. A Gennaio, i visitatori lasciavano la fiera al buio. Faceva freddo e a volte nevicava. Questa volta le giornate saranno le più lunghe dell’anno. Ci sarà un tipo di luce molto diverso. Per una volta, non sarà una questione di riscaldamento, ma piuttosto di aria condizionata. Ogni stagione ha i suoi vantaggi e svantaggi. Per i collezionisti, come per gli espositori, sarà anche l’occasione per vivere Bruxelles in modo diverso nei giorni miti e soleggiati di Giugno.

Ci sono già diverse fiere in programma per il mese di Giugno di quest’anno. Lo vede come una preoccupazione o un’opportunità?

Tutto dipenderà dalla situazione internazionale del momento, ma sono sicura che molti collezionisti ne approfitteranno per combinare le visite a diverse fiere. Alcuni andranno ad Art Basel e poi visiteranno il BRAFA. Dato che TEFAF inizia dopo BRAFA, un numero significativo di visitatori potrebbe visitare entrambe le fiere. Quindi può essere vista come un’opportunità. Vedremo se l’anno prossimo torneremo a Gennaio, dato che tutte le fiere dovranno riposizionarsi nel calendario.

Il mondo dell’arte sta subendo grandi cambiamenti. Tra rinvii, fiere che vengono esportate e quelle che si fondono insieme, come vede BRAFA il suo futuro?

Abbiamo sempre cercato di evolvere. Vent’anni fa non c’era arte contemporanea in fiera, né arte tribale o fumetti. Siamo sempre stati attenti agli sviluppi del mercato, pur mantenendo i piedi per terra. Essendo troppo alla moda o troppo concentrati sulle tendenze, c’è il rischio di diventare troppo presto fuori moda.

L’edizione di Giugno sarà la 67a per BRAFA, il che dimostra che abbiamo fatto le scelte giuste. La rotazione degli espositori BRAFA è generalmente abbastanza bassa, c’è una grande fedeltà che è dovuta soprattutto all’organizzazione.

Ovviamente, in un anno come questo così particolare, è stata l’occasione per accettare le candidature di nuove gallerie e per galvanizzare la lista dei partecipanti. Il nuovo piano dell’Expo di Bruxelles comprende 115 espositori, di cui 17 sono nuove gallerie.

Era importante per BRAFA fare il suo ritorno con un’edizione di queste dimensioni e non essere troppo avidi, per vedere quale evoluzione seguiremo negli anni a venire. Quando abbiamo lasciato il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, avevamo 50 gallerie, che sono aumentate a 80 a Tour & Taxis, per poi continuare a svilupparsi da lì. È tutta una questione di adattamento. La cosa più importante è preservare i valori della fiera: la qualità e l’autenticità delle opere d’arte, la diversità degli stili e delle epoche, un’atmosfera elegante e raffinata e, naturalmente, un’organizzazione impeccabile.

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