“Ritratte” Direttrici dei Musei italiani a Palazzo Reale

I ritratti fotografici sono accompagnati da didascalie che seguono un singolo formato: dopo un breve curriculum vitae, le stesse quattro domande vengono poste a tutte le donne: cosa le abbia spinte verso il lavoro che svolgono, quali siano le “carte vincenti” per essere donna nel mondo dei beni culturali in Italia

Gli scatti fotografici del celebre Gerald Bruneau in una mostra per raccontare le donne che guidano primarie istituzioni culturali del nostro paese

Ritratte” è la mostra, ideata e realizzata dalla Fondazione Bracco, che Palazzo Reale dedica alle donne che guidano molte importanti istituzioni culturali italiane: i Musei Civici di Venezia, la Galleria Borghese di Roma, i Musei Reali di Torino, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, le Gallerie dellAccademia di Firenze

Dagli scatti del fotografo Gerald Bruneau emerge con forza la personalità di ciascuna delle direttrici, ognuna ritratta nel suo museo. Annalisa Zanni, direttrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano e ritratta nella Sala delle Armi del suo museo, dice a proposito:

Il fotografo Gerald Bruneau è stato bravissimo a interpretare, infatti io mi riconosco molto in questimmagine di guerriera, determinata, combattente, perché la mia vita è sempre stata nel museo, ed è molto cambiata

I ritratti fotografici sono accompagnati da didascalie che seguono un singolo formato: dopo un breve curriculum vitae, le stesse quattro domande vengono poste a tutte le donne: cosa le abbia spinte verso il lavoro che svolgono, quali siano le carte vincentiper essere donna nel mondo dei beni culturali in Italia, cosa sia secondo il patrimonio culturale in Italia, e infine quale sia il loro motto o la loro citazione preferita (molte sono in latino).

Le risposte, molto varie, invitano a tornare poi con lo sguardo sulla foto, che spesso giocano fra limmagine della direttrice e quella di unopera del museo, come nel ritratto di Evelina De Castro, direttrice della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, a Palermo, il cui sguardo dritto in camera sembra rispondere allo sguardo dellAnnunciata di Antonello da Messina dietro di lei.

La direttrice Annalisa Zanni, parlando della sua carriera al Poldi Pezzoli, ci racconta:

La cosa molto bella di questa esperienza lunghissima è che, incredibilmente, ogni volta che entro nelle sale del museo scopro qualcosa di nuovo, anche dopo quarantanni. E questo vuol dire che locchio e noi cambiamo nel corso del tempo, e sappiamo intercettare particolari dettagli, e questo indica anche però la ricchezza dei contenuti dellarte

Affrontando il tema dellinclusività sempre maggiore di una varietà di pubblici nel museo, che si apre allinfanzia, ma anche a diverse esigenze, come quelle delle persone sorde, Zanni menziona i percorsi che il suo museo fa per la giustizia riparativa in collaborazione con il Comune di Milano, e dice:

Secondo me, oggi è molto bella questa immersione nella contemporaneità perché accoglie tutti i pubblici. Prima si dialogava tra studiosi, da un paio di decenni i musei sono usciti dalle loro mura e sono andati incontro alle persone e utilizzano linguaggi vari, per dialogare

Conclude la nostra breve intervista dicendo:

Il Museo oggi deve mantenere la propria identità e la propria unicità, ma deve essere un laboratorio della Storia, accogliente, gioioso. Ogni persona che entra nel museo lo cambia, lo arricchisce, c’è un mutuo scambio, le opere appartengono a tutti, e chi ci lavora deve farlo per riconsegnarle con una conoscenza arricchita

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