Torna il Festival del Paesaggio di Anacapri dal 10.09 al 5.11.23

Festival Anacapri
Villa San Michele, Giardino ©Lello Mastroianni

Un’edizione dedicata al tema delle identità fuori dagli schemi.

Al via la VII edizione del Festival del Paesaggio di Anacapri, rassegna ideata e curata da Arianna Rosica e Gianluca Riccio che torna ad animare gli spazi della Fondazione Axel Munthe – Villa San Michele e diversi luoghi pubblici del centro storico di Anacapri.

Arianna Rosica Gianluca Riccio ©Amedeo Benestante

Ideato nel 2016, il Festival nasce con l’obiettivo di riaffermare l’isola di Capri come luogo di produzione artistica e come osservatorio privilegiato per una riflessione ad ampio raggio sul paesaggio contemporaneo, sulla sua interpretazione e sulle possibili diverse letture, naturali e culturali, attraverso il coinvolgimenti di artisti italiani e internazionali e la realizzazione di installazioni site-specific, progetti speciali, interventi di arte pubblica e residenze artistiche, sempre pensati e sviluppati in stretta connessione con il territorio.

Il Festival quest’anno si interroga sul concetto di identità fuori dagli schemi – da qui il titolo “Building new identities – Costruire nuove identità” – e al tempo stesso ridefinisce quella culturale dell’Isola al di là degli stereotipi e della sua patina glamour. La nuova edizione è dedicata all’artista ucraino scomparso a maggio Ilya Kabakov. La moglie, che insieme a Ilya era stata tra i protagonisti della rassegna nel 2022, gli rende omaggio con il progetto speciale Flying Komarov, un video di animazione inedito realizzato dalla coppia.

Ilya ed Emilia Kobakov – Flying Komarov

Lo spunto per l’edizione è il vivace clima artistico che tra Ottocento e Novecento si respirò a Capri, l’approdo di illustri personaggi della cultura internazionale. Partendo dalla tradizione che individua in Capri il territorio privilegiato per sperimentare nuovi comportamenti sociali e vi riconosce il luogo ideale per la definizione di identità altre e di una nuova relazione con il paesaggio, si sviluppano le linee guida dell’edizione 2023.

In una fase storica come l’attuale, in cui il significato dell’essere umani è messo in discussione dall’azione pervasiva di agenti e intelligenze artificiali, ci interessa riflettere su possibili strategie di resistenza a questo inquadramento tecnico-scientifico, che tende sempre più a ridurre l’identità individuale a un insieme di dati da estrarre a fini commerciali o, peggio, a territorio di controllo e di sorveglianza capillare. Nella storia culturale di Capri abbiamo rintracciato un insieme di esperienze estetiche e di biografie artistiche che, a cavallo tra ‘800 e ‘900, avevano riconosciuto nell’Isola il perimetro di un’utopia praticabile e in qualche modo replicabile, che si traduceva nella possibilità di sperimentare modelli esistenziali alternativi a quelli dominanti e di realizzare progetti comunitari ispirati a logiche partecipate, nel solco di un contatto diretto con il paesaggio naturale. Abbiamo perciò deciso di riprendere il filo di una storia interrotta e invitare una serie di artisti di diverse generazioni e provenienti da differenti realtà, a dar vita a nuovi modelli culturali, estetici, sociali”, raccontano i curatori.

Ad accogliere i visitatori nel percorso espositivo che si snoda attraverso gli spazi della Villa, sarà l’artista ghanese Mahama, protagonista della prima edizione di The Flag Project, progetto d’arte pubblica realizzato in collaborazione con la Fondazione Axel Munthe.

Ibrahim Mahama, Untitled, 2023 ©courtesy Ibrahim Mahama e Galleria A Palazzo, Brescia

Mahama coltiva da diversi anni una ricerca che, attraverso la trasformazione di materiali umili – desunti dalla realtà storica, culturale e socio-politica ghanese – affronta temi e problemi legati alla migrazione, ai processi connessi con la globalizzazione, al lavoro e alla circolazione delle merci e delle persone attraverso confini e nazioni. Il progetto Untitled attribuisce nuovi valori semantici ai tre maestosi pennoni all’ingresso della Villa, che solitamente accolgono le bandiere svedese, italiana ed europea. Al loro posto, tre maxi stendardi in juta provenienti dalle multinazionali che abusano delle materie prime africane. L’intervento site-specific si appella alle identità nazionali per testimoniare lo sfruttamento del mondo occidentale nei confronti dei paesi del cosiddetto terzo mondo.

Ibrahim Mahama, Untitled, 2023, rendering for The Flag project ©courtesy Galleria A Palazzo, Brescia

Negli spazi del chiostro al piano terra, l’artista veneto Alberto Tadiello presenta 13, scultura sonora del 2015 ripensata appositamente per il contesto della Villa. Due speaker, disposti uno di fronte all’altro, si guardano dall’alto dei rispettivi supporti metallici. Così vicini, i due diffusori alludono alla presenza di due bocche rinchiuse in un corpo meccanico: due presenze astratte, due identità disperse nel tempo, di cui resta solo il suono di una dolce melodia – Thirteen, traccia tratta dall’album Hospice della band americana The Antlers.

Paolo Canevari, La Marchesa Casati

Paolo Canevari ha concepito una serie di interventi scultorei che dalla grande sala da letto al primo piano si spingeranno fin nel giardino. Le sculture, realizzate assemblando tubi desunti dal mondo dell’edilizia, sono impiegate in questo contesto per costruire e sperimentare nuove identità; Goldschmied & Chiari presenteranno una serie di opere specchianti di differenti forme e misure, create ad hoc per il Festival e disseminate all’interno dell’appartamento al primo piano; nell’antico Cubiculum all’estremità meridionale del giardino di Villa San Michele sarà presentata la scultura Cativeiro Chandelier di Humberto e Fernando Campana, un grande candelabro bronzeo dalle forme vagamente zoomorfe e teriomorfe, è un inedito della collezione Brazilian Baroque realizzata dai due grandi designer latino-americani con la collaborazione di antichi laboratori artigianali romani.

Humberto e Fernando Campana Cativeiro Chandelier ©Omar Golli courtesy of Galleria Giustini Stagetti

Matteo Nasini è l’autore dell’installazione sonora Welcome Wanderer. Nell’opera, il suono che si diffonde negli spazi ubicati sopra l’antico cubiculum, proviene da uno spazio remoto, collegando la terrazza in prossimità del belvedere della Sfinge in cui verrà installata, con la volta celeste sopra di esso, trasformando il passaggio dei miliardi di stelle della Via Lattea in una composizione sonora.

Villa San Michele Sfinge © Raffaele Lello Mastroianni

Elisa Sighicelli è la protagonista della terza edizione del progetto d’arte pubblica Manifesto che ogni anno prevede la realizzazione di un’opera da esporre in una serie di spazi nel centro storico di Anacapri abitualmente destinati alla comunicazione istituzionale e commerciale. L’artista e fotografa torinese ha svolto un periodo di residenza artistica sull’Isola tra fine marzo e inizio aprile, durante il quale ha lavorato su un repertorio di diapositive degli anni ‘50, ‘60 e ‘70 del secolo scorso, scattate da anonimi turisti nel corso dei propri fugaci soggiorni sull’Isola azzurra, raffiguranti motivi tipici dell’iconografia caprese e scorci inediti del paesaggio isolano. Le opere di Sighicelli, nella forma ingigantita del manifesto, funzionano come display di immagini e testo, comprendendo al loro interno tanto la riproduzione delle antiche immagini quanto il format delle diapositive, su cui trascritti compaiono i dati tecnici di produzione della pellicola o, talvolta, l’annotazione di dettagli personali degli antichi autori.

Elisa Sighicelli, Manifesto

L’edizione 2023 del Festival del Paesaggio di Anacapri è promossa dall’Associazione Il Rosaio con il Comune di Anacapri, organizzata con il sostegno della Fondazione Axel Munthe/Villa San Michele, realizzata grazie al supporto di Seda e Capri Palace Jumeirah, e con il contributo di Fondazione Italia Patria della Bellezza.

Villa San Michele, Loggia delle sculture ©Pelle Bergström
Villa San Michele, Camera da letto di Axel Munthe ©Pelle Bergström
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