Le Pietre Amanti di Bartolomeo Gatto

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Bartolomeo Gatto è nato a Moio della Civitella il 25 agosto 1938.

Le sue prime opere pittoriche sono ispirate alla sua terra, il Cilento. I colori sono forti, la terra è brulla e arida, le forme semplici e dirette come la gente di quei luoghi. Dagli anni ’70 prende l’avvio il ciclo pittorico dei “Bambini” dove il colore brillante e materico dei bambini e dei pianeti si staglia su cieli metafisici ed onirici. A partire dagli anni ’80, le tele di Gatto si animano: le Pietre Amanti hanno una pelle vibrante, calda e sensibile. I sentimenti sono presenti e le sue pietre sono capaci di creare grandi poemi visivi. Il passaggio dalla tela alla materia è naturale.

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Le sculture, che inizialmente traggono origine dalle Pietre Amanti, sono realizzate in bronzo, legno e pietra. Numerose sculture in pietra di grandi dimensioni sono state installate in spazi pubblici. Nel 2009 realizza la scultura in bronzo “Communication” per il Premio di giornalismo Amalfi Media Award diventato, nel 2011, Premio Biagio Agnes.

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Bartolomeo Gatto ha progettato e realizzato oltre 200 mostre personali, sia in spazi pubblici che privati, tra le quali il Museo Archeologico Nazionale di Paestum, Palazzo dei Diamanti a Ferrara, Villa Visconti Borromeo Arese Litta di Lainate, Istituti Italiani di Cultura all’estero di New York, San Francisco e Stoccarda, Palazzo Barberini a Roma, Castello di Arechi.

Critici d’arte, come Pierre Restany ed Everardo Dalla Noce, lo hanno accostato ad artisti come Jackson Pollock, Kandinsky, Soutine.

Gatto in Sardegna coglie dalle rocce (“pietre”) il senso della continuità del creato. Continuità che è vita, partecipazione, quindi amore. E, nella filosofia post illuminista, questo concetto esclusivamente di poesia può trovare considerazione.” (Everardo Dalla Noce)

Umanizzare l’universo minerale per rendere più presente la vita in sé e per sé. Ringrazio Gatto di questo regalo: la sua visione è forte, potente e stimolante. Le sue pietre parlano e sono capaci di creare grandi poemi visivi. I personaggi di pietra sono i nostri fratelli della memoria cioè della realtà del nostro futuro immediato e i nostri fratelli, e nello stesso tempo i nostri diretti antenati, ci aiutano a vedere più avanti, a sentire più profondo, a vivere meglio.” (Pierre Restany)

Bartolomeo Gatto vive ed opera a Salerno.

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